Savona e la politica regionale: contentini che non bastano a spegnere l’indignazione

Foscolo e Invernizzi

Sembra quasi che la maggioranza in Regione Liguria stia cercando di correre ai ripari, come se i recenti movimenti politici fossero un tentativo di “farsi perdonare” dai savonesi per l’incarico di assessore regionale assegnato al leghista Paolo Ripamonti. Una nomina che, come è evidente, ha sollevato non pochi malumori tra i cittadini della provincia di Savona, molti dei quali si sono sentiti traditi da una scelta politica ritenuta inopportuna e discutibile.

Le ultime novità arrivano dai due principali partiti della coalizione di centrodestra, Lega e Fratelli d’Italia. Sara Foscolo, già deputata e figura di spicco del Carroccio, è stata nominata nuovo capogruppo della Lega in Consiglio Regionale. Un passo che potrebbe apparire come un gesto strategico per restituire maggiore credibilità al partito nella provincia savonese, dopo le polemiche che hanno accompagnato la nomina di Ripamonti.

Parallelamente, Fratelli d’Italia ha deciso di designare Rocco Invernizzi come capogruppo in Regione. Lo stesso Invernizzi, commentando la sua nuova posizione, ha dichiarato: “Sono onorato”, sottolineando il suo impegno per il territorio e il lavoro della maggioranza. Anche questa scelta sembra voler rinsaldare i legami con la base elettorale, in un momento in cui l’opinione pubblica savonese guarda con crescente scetticismo alle decisioni politiche prese in Regione.

Tuttavia, nonostante queste mosse apparentemente studiate per calmare le acque, l’incarico affidato a Paolo Ripamonti resta un punto dolente che difficilmente potrà essere archiviato con qualche “contentino”. Il malumore dei savonesi non riguarda solo la persona o il curriculum del neo-assessore, ma è simbolico di un malessere più profondo verso una politica percepita come distante dai reali bisogni del territorio.

L’assegnazione di incarichi di peso a esponenti locali, come Foscolo e Invernizzi, potrebbe essere letta come un tentativo della maggioranza di recuperare consenso e di ricostruire un dialogo con una provincia che si è sentita messa in secondo piano. Tuttavia, il rischio è che queste nomine vengano interpretate come un semplice “contentino”, un gesto calcolato e poco genuino.

La vera sfida per la maggioranza regionale sarà dimostrare che queste scelte non sono solo operazioni di facciata, ma rappresentano un impegno concreto per valorizzare il territorio savonese e rispondere alle sue esigenze. Fino a quel momento, resta difficile immaginare che i savonesi possano “digerire” una nomina che, almeno al momento, continua a generare perplessità e critiche.

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