Savona e la nuova frontiera dell’urbanistica: dai garage alle case vacanza, il futuro è… nei box auto?

Quando parla di “grandi idee per il futuro della città”, probabilmente l’amministrazione savonese si riferiva a questo. La tendenza che sta prendendo piede in città è quella di trasformare ex negozi, garage e magazzini in appartamenti, spesso destinati a case vacanza. Un’idea che potrebbe sembrare un’opportunità, ma che solleva interrogativi sulla qualità della vita, la sicurezza e l’impatto sul tessuto urbano.
Mentre l’amministrazione comunale abbraccia con entusiasmo questa nuova frontiera della speculazione immobiliare, il Partito Democratico rimane in rigoroso silenzio, forse in attesa di capire se la prossima mossa sarà trasformare anche le cantine in loft di lusso. Chi invece ha avuto qualcosa da dire è Livio Di Tullio, ex vicesindaco e segretario del sindacato Sunia, che ha acceso i riflettori su un fenomeno che sta degenerando: “La situazione sta diventando preoccupante

Nella maggior parte dei casi, si tratta di locali commerciali che non sempre dispongono di ingressi secondari, né di finestre su cortili o pertinenze private. L’unica apertura disponibile è quella su strada, rendendo questi nuovi “appartamenti” simili a cubicoli riadattati dove, teoricamente, potrebbe persino vivere un’intera famiglia.
Una trasformazione che, anziché migliorare l’offerta abitativa, rischia di creare nuovi disagi. Perché se da un lato si potrebbe parlare di “riqualificazione”, dall’altro è lecito chiedersi: siamo sicuri che questa sia la strada giusta?

Savona sta lentamente perdendo la propria identità urbana a favore di una città in cui si rincorre il profitto immediato, senza una vera strategia di sviluppo a lungo termine. Non si tratta più di una singola eccezione, ma di una scelta sistematica che cambia radicalmente il volto della città.
Il fenomeno delle conversioni di negozi e garage in mini-alloggi non riguarda solo Savona, ma qui si sta trasformando in una deriva preoccupante. Il rischio è quello di ritrovarsi con interi quartieri popolati da stanze ricavate alla meno peggio, senza spazi adeguati per i residenti e senza una progettazione urbanistica che tenga conto delle reali esigenze della città.

L’amministrazione difende questa scelta parlando di riqualificazione e investimenti, ma se l’obiettivo è creare una città più accogliente e vivibile, forse sarebbe il caso di fermarsi a riflettere prima che Savona diventi un ammasso di mini-appartamenti senza servizi e senza un’identità urbana coerente.

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