Non è facile trovare priorità per le famiglie in difficoltà, specie quando le scelte amministrative sembrano andare in tutt’altra direzione. A Savona, il bando affitti 2024 si preannuncia come l’ennesimo punto critico della giunta Russo. Se molti Comuni liguri hanno deciso di integrare con fondi propri il taglio alle risorse statali, Savona non è tra questi, e le famiglie savonesi si trovano a pagare il prezzo di scelte politiche discutibili.
Quest’anno, il Fondo Nazionale per il sostegno all’accesso alle abitazioni in affitto ha subito una drastica riduzione. Dai 10 milioni di euro destinati alla Liguria lo scorso anno, si è passati a 1,7 milioni, una cifra che, come ammette lo stesso Comune, non copre minimamente il fabbisogno regionale. Per far fronte a questa situazione, la Regione ha scelto di destinare i fondi solo ai Comuni con alta tensione abitativa, tra cui Savona. Tuttavia, Palazzo Sisto ha deciso di non destinare risorse aggiuntive dal proprio bilancio, riducendo l’ISEE massimo a 4.000 euro e portando i fondi disponibili a un misero quarto rispetto al 2023: da 820 mila a 204 mila euro.
Mentre altrove si trovano soluzioni, a Savona si stringe la cinghia per chi è già in difficoltà. Le giustificazioni addotte dall’assessore Viaggi non convincono: “Abbiamo fatto il possibile per ottimizzare le poche risorse disponibili. Ridurre l’ISEE ci consente di concentrare gli aiuti su chi ha davvero bisogno”. Una scelta che, in realtà, taglia fuori la maggior parte delle famiglie in difficoltà, lasciando
Questa decisione, apparentemente tecnica, nasconde una chiara scelta politica. Altri Comuni hanno trovato il modo di integrare i fondi statali per garantire continuità al sostegno abitativo, ma a Savona i soldi sembrano mancare sempre per aiutare le famiglie. Eppure, per altre spese meno urgenti o meno socialmente rilevanti, i fondi si trovano.
Il risultato? Le famiglie savonesi si vedranno ulteriormente penalizzate, mentre in altre città della Liguria potranno contare su sostegni integrativi. Una disparità che Savona avrebbe potuto evitare, se solo avesse mostrato un minimo di volontà politica nel tutelare i propri cittadini.
La situazione del bando affitti è solo la punta dell’iceberg di un problema più ampio: la mancanza di una visione strategica e sociale da parte dell’amministrazione savonese. L’assenza di un piano per il sostegno alle famiglie in difficoltà rischia di accentuare le disuguaglianze, aggravare il disagio abitativo e spingere sempre più persone verso situazioni di precarietà estrema.
La giunta sembra ripiegare su giustificazioni tecniche, senza affrontare il nodo centrale: la volontà politica di fare scelte coraggiose per il bene della comunità. Forse, sarebbe il caso di ricordare che governare significa anche mettere le persone al primo posto. A Savona, purtroppo, questa lezione sembra ancora lontana dall’essere imparata.