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SAVONA È DONNA. Un racconto a puntate dello scrittore Bruno Lugaro

 La storia narrata e i protagonisti sono frutto  della fantasia dell ‘autore

Tette e culi ovunque. Sui manifesti elettorali davanti alla stazione, lungo i portici di via Paleocapa, in Darsena, sul lungomare delle Fornaci, di fronte alla Prefettura. La città si è svegliata così stamattina, lunedì A poco più di un mese dalle elezioni comunali la lista civica “Savona è donna” ha sferrato la sua offensiva propagandistica. Tette, culi e slogan ammiccanti. Risultato: tre tamponamenti in corso Ricci, un anziano investito alle Fornaci, un furgone contro la pensilina dell’autobus in piazza Saffi, traffico bloccato in via Paleocapa e piazza Mameli. Capannelli di pensionati in estasi con il naso all’insù. Il “Voglio te” di Fanny Di Leo con l’indice puntato è da sballo, così come il perizoma di Samantha Baglione che invita l’elettore: “Mostra anche tu il tuo lato migliore”. Lara Cochi ha una generosa scollatura e le gambe accavallate stile Sharon Stone. Dice: “Votami, strapazzami”. Tatiana Rebic è una pantera seminuda che strizza l’occhio e promette: “Faremo cose!….” . La signora Gianna Raimondi, 70 anni, ex insegnante di greco al liceo classico Chiabrera, di ritorno dalla spesa alza il telefono: “Buongiorno, mi chiamo Raimondi. Potete togliere quello sconcio dalle nostre strade?”

Il carabiniere: “Quale sconcio?”. “Mi riferisco ai manifesti elettorali di quelle sgualdrine, che sono un insulto alle donne oltreché un’offesa al buoncostume”. Pensiero del brigadiere Pasquale Ippolito: “A me non dispiacciono”. Risposta all’ex prof: “Valuteremo se ci sono gli estremi per intervenire, signora”. “Ma la censura non esiste più?”. “Eh signò….non esistono più limiti”. “Ma che mondo è”. Entra in casa l’ingegner Raimondi, 74 anni, atletico matusa, marito di Gianna. Torna da un doppio a tennis con gli amici. 3-6 7-6 1-6. Raimondi ha sbracato nel finale. Vedeva tre palline anziché una. Ha pure spaccato la racchetta. E ora deve pure affrontare un processo. Pubblico ministero: Gianna. “Ho trovato questi nelle tasche della tua giacca. Non ti vergogni?”. Pensiero dell’ingegnere: “Porca puttana, li avevo dimenticati, ma ora non sarebbe dignitoso raccontare una balla”. Gonfia il petto:“No, nessuna vergogna. “E allora sai io cosa ne faccio dei santini di questa zoccola?”. “No, non lo so”. “Li brucio”. “Attenta a non dare fuoco alla casa”. “Sei un vecchio maiale”. “Abbiamo finito il succo d’ananas, lo segno sulla lavagnetta”. Gianna accende il falò nel lavandino. Pensiero del marito: “Se sapesse che con gli amici ci siamo scambiati i santini delle quattro fighe come facevamo da ragazzini con le figurine panini”. Sui santini è stampato un numero di cellulare. Rispondono loro, le quattro bellezze, dal Point elettorale della lista civica, in via Pia, dalle ore 9 alle 13 e dalle 15 alle 18, tutti i giorni, esclusi il sabato e la domenica, quando è possibile conoscerle di persona.

Bruno Lugaro

 CONTINUA

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