La storia narrata e i protagonisti sono frutto della fantasia dell ‘autore
Gli sventurati colpiti dal getto si guardano negli occhi interdetti, imprecano, si asciugano alla bell’e meglio ma non abbandonano la fila. Sono lì fermi da quattro ore, a trenta metri da Fanny, Samantha, Lara e Tatiana. Arrendersi ora sarebbe da pazzi. Alle 17 in punto Sara Petrucci, con movimenti regali, avvicina il microfono alle labbra: “Benvenuti alla nostra festa, la festa delle donne che tra meno di un mese governeranno questa città, riparando i danni fatti da mezzo secolo di dittatura maschile”. Applausi scroscianti degli uomini ormai in botta totale. “Brava, giusto!” urla Romeo Morando, camionista trentenne. “Salvateci voi” si sgola Mauro Marechiaro, cassaintegrato. “Sì, siamo delle merde” ammette Giovanni Ippoliti, buttafuori in pensione. Mentre Fanny e le altre incontrano uno per volta i fans, regalando loro qualche battuta sconcia e un braccialetto di plastica giallo con su scritto “Io voto per le donne”, la Petrucci spara frasi ad effetto che esaltano l’elettorato femminile venuto a sbirciare i “lumaconi”: ”Ricordate, la donna per sua natura è nemica dell’uomo e può essere solo sua schiava o sua despota, mai sua compagna. Potrà esserlo solo quando godrà veramente delle stesse opportunità (pausa teatrale). Dunque, oggi siamo pronte a cacciare gli uomini dalla guida della città”. Ovazione delle donne. Qualcuna piange, altre intonano un coro: “Sara, Sara, facci vincere la gara”. In un paio d’ore le quattro sirene consegnano trecento braccialetti e altrettanti santini agli uomini. La Petrucci è raggiante. “Mi presto alla mercificazione del corpo della donna? Idiozia. Io colpisco gli uomini nel loro lato debole, metto in piazza le loro miserie, per batterli alle urne. Il fine giustifica i mezzi” risponde a un caporedattore in realtà presente solo per tentare un approccio con le ragazze dei manifesti. “Sei la nostra ape regina” le urla Pina D’Avasto, 50 anni, impiegata alle Poste, due matrimoni naufragati alle spalle. La Petrucci le risponde appoggiando il palmo della mano sul cuore. “Ma avrà un povero marito questa femminista talebana?” si chiedono i giornali.