L’anno 2025 si preannuncia ricco di interrogativi per il settore turistico savonese, e il dibattito attorno al bilancio comunale solleva riflessioni che non possono passare inosservate. Il consigliere Fabio Orsi, con il suo consueto spirito critico, ha messo in evidenza alcune contraddizioni che sembrano emergere tra gli annunci altisonanti e i numeri riportati nei documenti ufficiali.
Da un lato, si parla di grandi progetti per il turismo inclusivo, della valorizzazione di un unico polo museale, del rilancio del Santuario e perfino di nuovi spazi sul Priamar. In più, il percorso per concorrere al titolo di Capitale Italiana della Cultura sta assorbendo ingenti risorse. “Comunque andrà a finire, rimarranno belle cose”, si sente dire da più parti. Un messaggio ottimista, certo, ma che va confrontato con la realtà dei numeri.
Ed è proprio nei numeri che Orsi individua il nodo della questione: per il 2025, la voce di bilancio relativa alla “valorizzazione e sviluppo del turismo” registra un drastico taglio, passando dai 344 mila euro previsti per il 2024 a soli 153 mila euro. Un ridimensionamento significativo, che solleva dubbi sulla reale capacità del Comune di sostenere concretamente le ambizioni proclamate.
A questa riduzione si aggiunge la decisione di abbassare di 50 centesimi la tassa di soggiorno per chi sceglie di pernottare in appartamenti turistici. Una misura che dovrebbe incentivare il settore, ma che – secondo Orsi – appare poco incisiva per dare una vera “spinta” al turismo locale. Come direbbero i giovani, “bene ma non benissimo”. Per chi ha una visione più pragmatica, però, la domanda diventa inevitabile: “Ma di cosa stiamo parlando?”.
Il consigliere punta il dito anche su un’altra mancanza evidente: la visione strategica per sfruttare al meglio le potenzialità del territorio. Non una parola è stata spesa, ad esempio, su come valorizzare le spiagge durante tutto l’anno, un’opportunità che altre località rivierasche stanno cogliendo con successo. E che dire della possibilità di collaborare con l’Autorità Portuale per garantire un utilizzo più ampio e flessibile delle aree costiere? Temi centrali, eppure assenti dal dibattito.
La riflessione proposta da Orsi solleva questioni fondamentali: può il turismo, settore strategico per l’economia savonese, essere gestito con un approccio che non trova riscontro nei numeri? È possibile parlare di sviluppo inclusivo e valorizzazione culturale senza stanziare risorse adeguate? E, soprattutto, quali sono le priorità per fare del turismo una leva di crescita sostenibile, anziché un tema confinato a slogan e belle promesse?
Il 2025 si apre con molte incognite e una certezza: le sfide per il turismo savonese non si limitano alla programmazione, ma richiedono visione, coerenza e un impegno concreto. La prossima puntata del dibattito, a quanto pare, è già scritta. Resta solo da vedere se porterà risposte convincenti o l’ennesimo capitolo di un libro fatto più di parole che di fatti.