Sarà una donna a fare il sindaco di Savona Si sono chiuse le urne e svolazzano i dati. Qui le prime valutazioni a scrutini ancora caldi. Come ampiamente percepito da mesi si deciderà il 19 giugno il sindaco di Savona. Situazione per altro comune nella maggior parte dei capoluoghi di provincia sparsi per l’Italia e nelle metropoli. Altra conferma viene dalla situazione del PD che, come in molte parti d’Italia, mostra sofferenza se non una vera e propria debacle, mentre si ribadisce la tripolarità del consenso elettorale (tralasciamo in questa sede l’opportunità dell’Italicum). A Savona, dopo il ’94 con un ballottaggio che vide vittorioso Gervasio (CDX) vs Pastore (CSX) e dopo diciotto anni di vittorie al primo turno da parte della coalizione del CSX, si torna ai tempi supplementari per concludere la partita elettorale. Al ballottaggio approdano le due candidate a sindaco, Battaglia e Caprioglio. Il M5S perde per pochi voti l’aggancio al ballottaggio. Ma su quali… |
e quanti voti le candidate a sindaco potranno contare per vincere il ballottaggio? Quale sarà la sfida vera? Su quali appoggi esterni esterni (salvo apparentamenti dell’ultimo minuto) potranno contare? L’elettorato del M5S resterà a guardare? Ma soprattutto: riusciranno a portare i propri elettori di nuovo a votare? A tutte queste domande si potrà rispondere facendo alcune valutazioni a freddo. Ma cominciamo a delineare lo scenario dando un quadro di comprensione al di là dei trionfalismi (o delle recriminazioni) e dei seggi che saranno assegnati e dei relativi nominativi. Cominciamo col dato dell’astensione: hanno votato circa 31.441 su 50.789aventi diritto, quindi con un aumento dell’astensionismo di 6,76% di voti muti, persi, a cui aggiungere una percentuale insolita di voti nulli (al di là delle fette di salame e similia, la nuova scheda elettorale non ha aiutato l’elettore) e le schede bianche. Un dato temuto – quello dell’astensionismo – in tutta Italia, forse non in questa misura e che ci indica che l’escamotage dell’aumento delle liste civiche non ha prodotto un risultato di tenuta o addirittura di superamento del fenomeno dell’astensione in termini di raggranellamento dei voti, specie in raffronto al risultato dei Partiti. Insomma pare che il concetto di politica si stia sempre più allontanando dal pensiero comune come espressione di una volontà e di una scelta, sia nella forma civica che in quella più specificatamente politica. Cominciamo col dire che la prima formazione politica a Savona è il Movimento 5 Stelle. La seconda è il PD (che perde voti) e la terza è la Lega Nord. Mentre il PCL, in ultima postazione, conferma la sua presenza e il suo zoccolo duro, aumentato da una piccola percentuale di voto personale al candidato Barisone. Le performance migliori appaiono comunque quelle dei partiti e delle forze politiche: M5S, PD e Lega (quest’ultima è molto lontana dal bissare le Regionali ma cresce, quasi raddoppiando. Rispetto alle comunali del 2011) e la presenza di leader nazionali come sostegno alla campagna elettorale ha probabilmente evitato il tracollo. L’unica forza politica in caduta libera appare l’Unione di Centro. Le liste civiche: un numero insolito di liste civiche l’ha fatta da padrone nella scheda, rivelando alla luce dei numeri e del consenso il loro ruolo – a volte marginale – di portavoti per le coalizioni attorno a PD e Lega. Una performance negativa, per altro prevedibile, riguarda il candidato Frumento e la sua lista dal nome bizzarro, Siamo italiani di Savona. Uguale situazione per Savona arancione. Con Ilaria Caprioglio Vince Savona ha una buona prestazione, che aiuta la candidata a posizionarsi utilmente per concorrere al ballottaggio, mentre Battaglia, sindaco di Savona tracheggia pur risultando conveniente. Noi per Savona (l’unica lista civica storica) non vola come forse molti si aspettavano. Uguale situazione per l’alleata Savona bella, sorta di lista civica composta da Verdi, fuoriusciti dal PD e altro. Rete a sinistra, una sorta di laboratorio di fusione politica e civica presente in Liguria grazie al seggio regionale conquistato alle elezioni del 2015, presentatasi in autonomia dalla coalizione attorno al PD, ha mancato l’obiettivo di essere riconosciuta come una forza di sinistra credibile, dopo dieci anni di governo della Città assieme al PD. Partita a parte è quella della corsa alla carica di consigliere comunale, erano 439 le candidate ed i candidati, a fronte di 32 seggi, cioè solo il 7,3 % sarà eletto. Insomma un piccolo esercito che si è offerto a rappresentare la popolazione savonese. Le liste, utilmente collocate al primo turno, conquistano la rappresentanza certa in consiglio comunale in termini di assegnazione degli scranni. Quelle liste che hanno sostenuto il candidato a sindaco che risulterà vincente al secondo turno si vedranno percentualmente aumentare la presenza, sino a coprire i 20 scranni dedicati alla maggioranza. BMM |