Da mesi le Funivie di Savona, infrastruttura per il trasporto merci tra il porto e l’entroterra, sono ferme, alimentando polemiche e dibattiti sulla loro futura gestione. Comune e Regione hanno messo in campo risorse considerevoli per tentare di salvare l’impianto, ma la domanda che molti si pongono è: vale davvero la pena investire in una struttura considerata da molti obsoleta?
Le Funivie di Savona, attive dai primi del Novecento, rappresentano un pezzo significativo della storia industriale savonese. Tuttavia, il loro stato attuale è preoccupante: tecnologia superata, manutenzioni sempre più costose e una capacità di trasporto che fatica a soddisfare le esigenze di un settore logistico in continua evoluzione.
Il costo stimato per il ripristino si aggira su decine di milioni di euro, una cifra che solleva molti interrogativi. Non mancano le critiche da chi ritiene che queste risorse potrebbero essere utilizzate meglio, ad esempio per sviluppare infrastrutture più moderne e sostenibili.
Tra i protagonisti del tentativo di salvataggio spicca Paolo Ripamonti, sub commissario incaricato di gestire la delicata situazione. Ripamonti ha sottolineato in più occasioni l’importanza strategica delle Funivie, sia per ridurre il traffico pesante su gomma che per contenere l’impatto ambientale del trasporto merci.
Secondo Ripamonti, il ripristino delle Funivie non è solo una questione logistica, ma anche occupazionale e culturale. “Non possiamo permetterci di perdere un’infrastruttura che ha dato tanto al nostro territorio. Dobbiamo lavorare per rimetterla in funzione e farla tornare protagonista del sistema economico ligure,” ha dichiarato in una recente intervista.
Nonostante l’impegno delle istituzioni, le critiche non mancano. Secondo i detrattori, l’investimento su un impianto così datato rischia di trasformarsi in un buco nero finanziario, senza garantire risultati adeguati.
Alcuni esperti del settore logistico suggeriscono di puntare sul potenziamento del trasporto ferroviario o su soluzioni tecnologiche più innovative per la movimentazione delle merci. Altri, invece, propongono una riconversione dell’impianto, magari trasformando parte del tracciato delle Funivie in un’attrazione turistica, come già accaduto in altre città.
La vicenda delle Funivie di Savona si colloca in un contesto più ampio, che riguarda la gestione del patrimonio industriale e la capacità delle istituzioni di adattarsi ai cambiamenti economici e tecnologici.
Conviene puntare su una struttura storica per preservarne il ruolo strategico o guardare oltre, verso infrastrutture più moderne. La scelta finale avrà un impatto non solo sul futuro economico di Savona, ma anche sull’immagine della città, divisa tra tradizione e innovazione.
In ogni caso, ciò che appare chiaro è che senza una visione a lungo termine, si rischia di spendere ingenti risorse senza affrontare i problemi strutturali che gravano sul sistema dei trasporti del territorio. La nostalgia può essere un valore, ma non può guidare le decisioni strategiche di un’intera comunità.