L’inaugurazione di villa Zanelli è stata l’occasione per parlare di restauro e recupero architettonico, ma soprattutto per interpretare i sorrisi, le strette di mano, i gesti che si sono scambiati il presidente della regione Giovanni Toti e il sindaco di Savona Marco Russo.
Prima acerrimi nemici politici, divisi dal rigassificatore, ed ora quasi amici.
Con termini moderni potremmo definirlo un rapporto: molto fluido.
Proviamo a mettere insieme un po’ di accadimenti, così, tanto per giocare e per aiutare chi ci segue a costruire futuribili scenari, che, solamente il tempo potrà confermare, o smentire
Partiamo:
il consenso dell’amministrazione Russo in città è in evidente fase calante.
L’appeal dell’Agenda è oramai ai minimi termini.
Sono trascorsi due anni e mezzo dalla campagna elettorale, ma, ad oggi, buona parte dei progetti propagandati non è stato finora realizzato.
Al sindaco Russo servirebbe qualcosa di nuovo per rilanciarne immagine e consenso.
Ecco che prende corpo l’idea, peraltro interessante, ma non sua, di dare il via al progetto della candidatura “Savona Capitale della cultura per l’anno 2027”, potenzialmente in grado di attirare finanziamenti.
Il battage pubblicitario del progetto “Savona Capitale della cultura” durerebbe fino alla fine del suo mandato e il sindaco ce lo propinerebbe sicuramente in tutte le salse e a tutte le ore del giorno e della notte: basta ricordare il suo intervento dal pulpito durante l’omelia al santuario, in occasione della festa patronale per commemorare l’apparizione della Madonna.
E’ evidente che, se ci fosse anche un concreto aiutino da parte della regione Liguria, il sogno potrebbe trasformarsi in realtà.
Tutti ormai conoscono la posizione mutevole del Sindaco sul rigassificatore.
All’inizio della vicenda, alcune malelingue sparlavano di un accordo Toti – Russo, in base al quale il sindaco sarebbe stato favorevole, a condizione che venisse finanziato il tunnel sotterraneo per l’ingresso dei tir al porto.
Noi non possiamo confermarlo, o smentirlo, ma abbiamo preso atto di come, il sindaco, in un primo momento, fosse tentennante sull’argomento rigassificatore, con atteggiamenti attendisti.
Di fronte alla sollevazione della città, però, il primo cittadino si è dovuto adeguare al No! dei cittadini al rigassificatore, allineandosi ai sindaci dichiaratisi immediatamente contrari.
In tale occasione, il rapporto con Toti si è allentato.
A parte le voci malevole che lasciano il tempo che trovano, un indizio sulla scarsa convinzione al No! al rigassificatore è rappresentato dal ricorso sbagliato al Tar.
E’ apparso da subito strano un errore del genere, che ha comportato un allungamento dei tempi, in attesa di chissà quale esito.
Ma arriviamo ai giorni nostri, l’incontro Toti- Russo a Villa Zanelli è stato emblematico.
Dopo qualche giorno dal loro colloquio a villa Zanelli arrivano le dichiarazioni entusiaste di Toti: “Una candidatura quantomai opportuna, tifiamo per Savona e siamo a disposizione per elaborare un progetto culturalmente valido. Con la cultura si fa turismo, business, accoglienza, ristorazione, valorizzazione di tutto un territorio”
E subito dopo un’altra notizia inaspettata: il membro della commissione cultura, l’onorevole Ilaria Cavo (fedelissima di Toti) inserisce il teatro Chiabrera nell’elenco dei Teatri considerati Monumento nazionale, l’ha fatto sapere alla città tramite il consigliere regionale Bozzano.
Voci…indizi…supposizioni….fantapolitica?
Ciascuno tragga le proprie conclusioni, con l’auspicio che Savona non diventi contemporaneamente la capitale della cultura italiana nell’anno 2027 e la capitale italiana del gas per i successivi venti anni.
I Sindaci e i governatori passano, il rigassificatore, purtroppo, resta.