RISTRUTTURAZIONE DELLA SANITA’

L’ IPOCRISIA DELLA REGIONE LIGURIA
LE MANI SULLA RISTRUTTURAZIONE DELLA SANITA’
I SEGRETI E I DOCUMENTI DI CUI NESSUNO PARLA
Sono tutti d’accordo…nessuno escluso: sinistra-destra-centro in quanto il piano concordato a livello nazionale nel Patto per la Salute 2014/2016 e nel successivo DPCM di Agosto 2014 delinea in maniera esaustiva il modello secondo cui verrà ridisegnata la sanità in Liguria e le successive ricadute sulla rete ospedaliera in provincia di Savona.
Non è tollerabile, né accettabile il silenzio del Presidente Burlando e dell’Assessore alla Sanità Montaldo che di fatto nascondono le novità introdotte dalla legge nazionale né tantomeno svelano le iniziative che ne dovrebbero discendere…così  diconsi  per i candidati futuri Paita e Cofferati al governo della Regione, che mentre si danno un gran da fare nel girare in lungo e in largo tutto il territorio, ben si guardano dal citare, neppure per accenni, al delicato tema della salute dei cittadini. Pare noto a tutti…
infatti, che chi è in grado di gestire il tema della sanità ha la vittoria assicurata sulle elezioni regionali.

Ma ancora più preoccupante è il fatto che l’emanazione di una normativa di così alto impatto per il territorio risulti sconosciuta a tutti: dagli amministratori locali, dalle parti sociali, ai Sindaci, ai Sindacati, alle istituzioni, ai primari, agli operatori sanitari ecc. ecc..

Ma cosa prevedono le nuova norme e quali sono le ricadute applicative di quei parametri licenziati dal Governo, sui presidi ospedalieri e quindi sulla popolazione residente???

Ecco in sintesi a cosa succede:

Oggi in Provincia di Savona abbiamo un ospedale di primo livello (San Paolo) uno di secondo livello (Pietra ligure) e due punti di primo intervento (Albenga e Cairo M. ) di cui Cairo Montenotte è classificato come ospedale di transito o di distretto.

Viene stabilito che per avere un ospedale di primo livello occorre una popolazione residente da 150 mila a 300 mila abitanti; per uno di secondo livello da 600 mila a 1milione e 200.000, per un presidio di base da 80 mila a 150 mila.

Ai lettori le considerazioni finali…….tenuto conto che in tutta la Provincia di Savona la popolazione residente è di 283.813 e in tutta la Liguria si aggira intorno a 1.500.000, ci domandiamo: Che fine farà il San Paolo??? Lo smantelleranno pezzo per pezzo???

E chiediamo: dove trovano giustificazioni gli investimenti sul Santa Corona di Pietra Ligure a fronte invece di un futuro declassamento previsto dalle norme??? 

Dovremo fare accordi, come prevede il DPCM, con Regioni limitrofe per garantirci i numeri di residenti che servono???

Ci auguriamo che arrivino da Burlando o Montaldo e dai candidati Paita e Cofferati i chiarimenti dovuti per un progetto di Sanità ligure che si rispetti, cosa che non si può certo chiedere ai silenti Consiglieri Regionali eletti della Provincia di Savona, tali: Boffa, Miceli, Rambaudi, Torterolo, Melgrati, Quaini-Marsella ormai latitanti su tutto ed assenti su ogni cosa.

Ci chiediamo cosa abbiano fatto, quali e quante istanze siano state portate avanti nell’interesse del territorio da cui provengono; il dato certo che rimane è il lauto stipendio di circa 10 mila euro al mese ed un altrettanto comoda pensione assicurata.

Per i lettori saremo più precisi nel momento in cui qualcuno vorrà illustrare apertamente le intenzioni che aleggiano per ora, in modo sommerso………ma  evidente sotto altri aspetti.

Il tema che viene affrontato non può essere un fatto di campanilismo, è ovvio che i quattro esistenti sul territorio sono frutto di irresponsabilità ed è pura follia mantenerli, il punto è…Vogliono dare ai cittadini, la professionalità, la sicurezza e le attrezzature per essere ben curati, non importa se a Pietra o Savona. Insomma una sanità di eccellenza??? 

Dovrebbe essere un obbligo imperativo per chi amministra la salute. Qualcuno dei sei Consiglieri Regionali del territorio in forza dei numeri è capace, con intransigenza e senza sottomissione alcuna, a condizionare e ad indirizzare le scelte per far sì che Genova non sia come al solito troppo matrigna.

E’ solo per dovere di cronaca che vi ricordiamo i sei consiglieri (uno dimissionario) e un assessore:

MICHELE BOFFA: oltre alla sua ben oleata macchina per la raccolta di consensi, le energie spese fino al limite del sacrificio per aiutare a risollevare lo sviluppo della Valbormida con le sue industrie (ricordiamo le eroiche battaglie a tutela di Ferrania, Acna, Fresia, Rolam), la tutela della salute e dell’ambiente, le infrastrutture, la viabilità e tant’altro che ci sfugge, sarebbe interessante un suo illustre parere sul destino dell’Ospedale di Cairo ormai prossimo presidio per lungo degenti.

 ALBERTO MARSELLA: esemplare unico del sottobosco della politica, ex seminarista, ex portaborse dell’ ex Sen. Orsi quando era in Regione con Forza Italia, ex portaborse dell’On. del PD Massimo Zunino, miracolato con 10 mila euro al mese più 2 mila per la Presidenza di Commissione. In questo periodo si sta sbattendo a destra e manca per trovare una  futura sistemazione onde evitare di ritornare a fare il topo d’archivio nella biblioteca del Comune di Savona. E’ un mistero cosa uscirà dal suo cappello o cilindro a sonagli.

ANTONINO MICELI:  si è interessato di Santa Corona con scarso successo, non può ricandidarsi ma spera in qualche poltrona per sè e per il suo consuocero Marco Bertolotto  se vincerà la Paita

MARCO MELGRATI: ha ben impersonato il ruolo di Tarzan urlatore inascoltato nella giungla della Regione.

Il dimissionario STEFANO QUAINI doveva essere l’astro nascente del nuovo corso politico, da Rif. Comunista a Di Pietro e successivamente in Sel (è proprio vero che in politica chi tradisce una volta tradirà sempre) sicuramente ha deluso tanti, ma specialmente i Primari, i medici i portantini che l’hanno fortemente sponsorizzato e sostenuto con il voto. Ci risulta che tutti sono amaramente pentiti. E rimasto anestetizzato dalla sua onnipotenza per il potere conferitogli nella qualità di Presidente dell’importante Commissione Sanità. Si vantava di aver esautorato il ruolo di Paladini- Fusco di avere in pugno i suoi compagni di prebenda (rimborsopoli) Scialfa, Piredda, Fusco. La sua breve permanenza in Regione è stato un totale fallimento su tutti i fronti, tranne il merito di essere stato ben consigliato a dimettersi e rifugiarsi nell’eremo di Acqui Terme a disintossicarsi bevendo ”l’acqua marcia“ che sgorga gratis dalla fontana. L’unico neo lasciato è che l’ ASL di Savona pare voglia addebitargli le spese sostenute per la pulizia delle invettive scritte negli ascensori e nei muri.

SERGIO TORTAROLO: che dire?? E’ lui o non è lui il famoso pasticciere delle Bormide, che nessuno conosce.

LORENA RAMBAUDI: dei savonesi l’unica ad essere assessore; di lei si può dire tutto, dagli obiettivi raggiunti (provenienza Cooperaci) agli indiscussi interessi tutelati.

Tutti ammaliati (o quasi) da sora Lella, tutti fulminati sulla via di un ritorno in Regione che, per la totale inefficienza del loro operato, per aver rappresentato niente e nessuno, per aver scialacquato i nostri soldi in cambio del nulla assoluto è solo auspicabile che qualcuno li mandi, per un mandato, a svolgere volontariato ai servizi social per redimerli e meditare sulla loro accertata e certificata nullità politica. A pensarci bene, però, sarebbe stato meglio sostituirli con delle statue di cera, ci sarebbero costati molto meno.

Speriamo di non avervi tediato a leggere tutto l’articolo a nostro avviso di estremo interesse per la questione della Sanità

P.S.  Se qualcuno ha la necessità o la semplice curiosità e vuole informasi di quanto sopradetto il DCPM lo mettiamo volentieri On-line.

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