MENZOGNE, NON CRITICHE! Si sa quando si scrive toccando aspetti spinosi della vita politica e amministrativa del territorio, si ricevono immediate critiche, spesso permeate di risentita polemica e talvolta di velata minaccia. Chi scrive su un blog lo sa e sa anche di non poter essere gradito a tutti e avere l’approvazione di tutti i lettori, ma questo non importa. Chi, come me, scrive per fare delle analisi, scandagliando le possibili motivazioni che stanno dietro ad alcune vicende scaturite proprio sugli organi di stampa, si preoccupa solo di avere fonti qualificate e attendibili e di creare un occasione di più ampia riflessione con i suoi lettori. Niente più. Così mi sembra di avere fatto da parecchi anni su Trucioli, trattando in modo appassionato ma sempre molto trasparente (mi sono sempre firmata e ho messo la mia faccia in fondo ai miei articoli) argomenti come: la cementificazione e il dissesto idrogeologico nel savonese, il porticciolo e torre Margonara, la Piattaforma Maerks, la centrale a carbone di Vado e oggi la vicenda “rifiuti”. Ho anche avuto occasione gradita di dibattere, a volte, con chi non era d’accordo con me, ma sempre in modo molto civile. Oggi su Uomini Liberi… |
”stessa cucina editoriale” ma diverso blog, il signor Guest, che non ho il piacere di conoscere, ha pensato bene non solo di etichettare come “brutto” il mio articolo( e questo mi interessa poco, anche perché non conosco la qualifica di chi emette il giudizio), ma ha voluto inspiegabilmente inveire contro la mia persona, come illustri politici al governo solo soliti fare proprio con la stampa, scrivendo una serie infinita di menzogne e falsità. Il signor Guest non mi conosce proprio e devo dire che il suo pezzo, lì per lì, ha scatenato in me anche una certa ilarità. Poi, però, visto che si permette di scrivere, per dovere di cronaca mi corre l’obbligo di dirle che: -a) le origini socialiste a cui si riferisce sono quelle di mio padre, che per la cronaca era socialdemocratico e di cui mi onoro di portare il nome. Chi l’ha conosciuto e sa del suo mandato amministrativo che coincide all’incirca con gli anni cui lei si riferisce, sa che la sua onestà politica e personale lo hanno sempre preceduto e che sue furono le prime battaglie contro quel teardismo e quel modo di fare politica distorto a cui lei si riferisce. -b) E’ vero, vengo dalla sua scuola e quelle battaglie le ho condivise anch’io e a casa nostra non abbiamo mai conosciuto la magistratura come la intende lei e ne siamo fieri.
-c) E’ vero anch’io ho fatto un’esperienza amministrativa di cui vado fiera, ma in tutt’altro periodo e con tutt’altro partito perché dall’università fino ad oggi e penso fino alla morte, continuerò ad essere sempre una donna di sinistra. Sono stata assessore alla cultura e all’istruzione (sono solo un’insegnante!) dal 2000 al 2005, nel Comune di Albisola Superiore per Rifondazione Comunista. Sono orgogliosa di questa esperienza perché, in primo luogo, ho potuto dimostrare cosa significa quando un partito come il P.R.C. condivide la gestione di un territorio e quanto questo può cambiare le cose e di questo gli albisolesi sono testimoni. In secondo luogo ho proprio combattuto concretamente contro il sistema di potere di quell’ex PCI a cui lei si riferisce e ciò mi è costata la carriera politica. Oggi sono felice così e non recrimino nulla proprio perché mi sento una donna libera. Libera di scrivere come ho già fatto più volte anche sulle responsabilità che a Vado hanno avuto certe forze politiche e mi dispiace che lei non abbia letto quegli articoli, perché le avrebbero risparmiato questa figuraccia. “Non do croci a nessuno” anche perché, appena eletti, ho fatto più di un articolo sulla Guelfi e Caviglia che ho sostenuto e che stimo e che penso non abbiano bisogno di avvocati difensori e anonimi come lei. Ebbene sì, anche lei è “opaco”. Lo è quando fa finta di non capire cosa scrivo e inveisce, ottenebrato, nell’intento di “servire”. Lo è, quando nelle uniche due righe che trattano i contenuti del mio articolo, lei parla, incomprensibilmente, di “continuità amministrativa”. Lo è, perché mentre io so di poter andare, dovunque, a testa alta, diffido di chi sente l’esigenza, quando scrive, di usare pseudonimi. Lo è, perché lancia falsità contro la mia persona, senza conoscermi e non qualificandosi e per questo, se ne valesse la pena, potrei dirle che mi verrebbe voglia di querelarla per diffamazione ma, in effetti, non ne vale proprio la pena.
ANTONIA BRIUGLIA
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