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Riforma delle università

Il Circo degli Emendamenti infuria al Senato
E mentre la politica fa il carosello gli studenti si preparano a portare i fiori nelle piazze

Al Senato si stanno votando le singole norme della legge di riforma delle università ed i relativi emendamenti; il Presidente del Senato Renato Schifani lascia l’aula e la direzione dei lavori passa ad una dei vicepresidenti del Senato, la leghista Rosa Angela Mauro e il PD propone la sospensione dei lavori in attesa della decisione dell’Ufficio di Presidenza del Senato su una questione procedurale. La vicepresidente Mauro però continua con le votazioni ad un ritmo mitragliato nonostante le proteste dell’opposizione e in una manciata di minuti vengono votati 12 emendamenti ed approvati quatro di quelli proprosti dalle opposizioni, che renderebbero necessario un nuovo passaggio alla Camera dei Deputati. Alla fine del putiferio la vicepresidente sospende la seduta e Schifani comunica l’intenzione di annullare le votazioni degli emendamenti avvenute durante quei minuti di follia. L’emendamento 6.26 viene nuovamente votato e stavolta respinto, mente gli altri tre richiedono la riunione della Giunta per il regolamento del Senato perchè metterebbero in luce il conflitto tra l’art. 6 e l’art. 29 del Ddl Gelmini.

E mentre il circo della politica va avanti, i ragazzi si battono nelle piazze per il proprio futuro, in un clima sessantottino molto familiare. Camionette in fiamme, sampietrini, fumogeni e manganellate, lo scenario di un paese in cui gli studenti lottano per i propri diritti. C’è chi li definisce violenti e chi invece pensa che i facinorosi siano “infiltrati”, come venne ipotizzato riguardo alle vicende del G8. Ad oggi però, come si suol dire, non c’è ancora scappato il morto, e gli studenti si preparano a manifestare portando con sé mazzi di fiori, il che non può non portarci alla mente gli anni della “Flower Power” e la celebre fotografia scattata da Bernie Boston nel 1967. La protesta infuria ormai da più di due anni in tutto il Paese e il Governo fatica a contenerla, non senza qualche dichiarazione poco felice come quella dell’On. La Russa ad Annozero (“E’ pieno di studenti qui, e neanche un poliziotto”), che nella sfuriata ha anche dato del vigliacco al suo interlocutore. Ma non è finita qui: mentre il Ministro della Difesa insulta uno studente di fronte ai milioni di telespettatori, il suo collega Sandro Bondi viene pizzicato dalle telecamere mentre fa il pianista in favore dell’On. Sacconi e Berlusconi organizza il rimpasto, manovra di salvataggio il cui nome dice già tutto. Siamo al caos totale ed iniziare a spaventarsi sarebbe solamente sinonimo di intelligenza o, a ben vedere, dell’istinto di sopravvivenza più genuino ed animale. E mentre cominciamo a spaventarci dovremmo forse dire a noi stessi che aver paura a questo punto serve a poco perchè qualcosa (sicuramente) succederà. Nel bene o nel male.

   Davide Frumento

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