Riflessioni sul Primo Maggio

 
Riflessioni sul Primo Maggio
Gli imprenditori, i banchieri e i padroni di ogni genere, stanno facendo pagare ai proletari i costi della crisi. Adesso dicono che “il peggio è passato”, ma è soltanto l’ennesima menzogna. Intanto, noi continuiamo a pagare.
Questa è una crisi strutturale che investe tutto il mondo capitalista e tutti i settori economici.
La crisi è generalizzata ed è l’inevitabile approdo di un sistema dominato dalla logica del profitto, governato da leggi contraddittorie quanto barbare. La crisi continuerà a far sentire i propri effetti e i padroni continueranno a farcela pagare.
Sono decenni che ci chiedono di fare sacrifici: le ristrutturazioni industriali, i licenziamenti, la precarietà, l’aumento dei ritmi di lavoro, i tagli alle pensioni e allo “stato sociale”, la perdita del potere d’acquisto. Noi, di sacrificio in sacrificio, stiamo diventando tutti poveri, questa è la verità. Sono sempre di più quelli che non riescono a tirare avanti

Questo sta accadendo non solo in Italia, bensì pure in Francia e in tanti altri paesi europei.

La risposta dei lavoratori e delle masse popolari in crisi, è una rabbia cieca che si rivolge contro il cosiddetto “establishment” tramite l’espressione di un voto per la “destra populista”, che sa cavalcare tale onda emotiva: in Italia è la Lega di Salvini (ma pure i 5 Stelle), in Francia è il partito di Le Pen, negli USA quel coglione di Trump. In Italia, le elezioni degli ultimi anni hanno segnato una pesante sconfitta e un arretramento per quei partiti istituzionali che si collocano a sinistra del PD.

Questi partiti sono concretamente inutili, inutili per il proletariato e le classi lavoratrici, inutili per il programma e la causa del comunismo rivoluzionario e lo sono non solo e non tanto per l’incapacità di questo o quel gruppo dirigente, ma per la propria natura politica. Sono dei partiti borghesi, borghesi per la loro provenienza e soprattutto per quanto propongono. Questi partiti non sono mai stati portatori di una reale alternativa al sistema capitalista, ma – nel migliore dei casi – sono stati portatori solo di una “cura riformista”. Perciò dobbiamo aprire gli occhi ed impegnare le nostre energie per un’autentica attività rivoluzionaria.

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