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RIFLESSIONE

LETTERA APERTA AI LAVORATORI  DELLA TIRRENO POWER

E AI  SINDACATI

Consapevoli che il LAVORO sta a cuore a tutti, specie in questo periodo di crisi, che lo SVILUPPO è necessario per migliorare la vita, non lottiamo contro di VOI e tanto meno contro LAVORO e SVILUPPO.

MA non possiamo passare sopra ai dati sulla mortalità in provincia di Savona e agli allarmi dell’Ordine dei Medici savonese, all’insufficienza delle misurazioni pubbliche che non fanno chiarezza sulla reale qualità dell’aria che respiriamo, ai dati ufficiali dell’Arpal sui fondali del nostro mare che invece parlano chiaro: su cinque siti esaminati dell’intera costa ligure , davanti a Vado viene registrato il più macroscopico superamento dei limiti di legge per sostanze tossiche come mercurio,cadmio,piombo,zinco, IPA, benzo(a)pirene, classificato dall’IARC come cancerogeno nella cat. A. Al di là…. 

…. di chi siano i responsabili, questa è la fotografia della situazione attuale, che richiederebbe un’informazione trasparente e completa, una verifica adeguata dove non c’è e una bonifica urgente, anzichè un possibile ulteriore aggravamento, dello stato di fatto già evidenziato.

 

Allo stesso modo, non possiamo ignorare che è lo stesso Piano regionale di risanamento e tutela della qualità dell’aria della Regione Liguria 2006 a riconoscere come  nella zona comprendente i Comuni di Savona, Vado, Quiliano “la centrale termoelettrica è la prioritaria responsabile delle emissioni di Ossidi di azoto, Ossidi di zolfo, PM10, COV.

Del resto qualificati studi scientifici europei e statunitensi dimostrano come siano quantificabili le emissioni di una centrale e come la loro pericolosità sia legata alla loro  entità, al tipo di inquinanti, alla densità demografica e all’ubicazione della centrale stessa : nel nostro caso, si tratta di una centrale in città e in zona densamente popolata che brucia migliaia di tonnellate di carbone al giorno, sviluppando una gran quantità di sostanze tossiche, di cui molte  potenzialmente o dichiaratamente cancerogene.

La letteratura medica ha messo in rapporto gli inquinanti, specie le polveri fini e ultrafini che escono dai camini o si formano in atmosfera e passano nel sangue o vanno a incapsularsi negli alveoli polmonari,  con lo sviluppo di patologie respiratorie, tumorali e cardiovascolari : sono stati anche  calcolati i pesanti costi delle ricadute sanitarie e socio-economiche ipotizzabili nel vasto raggio interessato dall’inquinamento , poiché  i venti diffondono le microparticelle a grandi distanze.

 

In tale situazione già critica, che vede la popolazione del Savonese  esposta da più di 40 anni alle emissioni della combustione del carbone, non è sostenibile la previsione di altre decine di anni di esposizione col potenziamento a carbone: diciamo ad uno sviluppo vero che concilia occupazione e salute,lavoro e conservazione di un ambiente di pregio, a vocazione turistica. Diciamo no ad uno sviluppo che sacrifica tale ambiente e ha un prezzo troppo alto per l’intera comunità.

Con l’ampliamento a carbone è stato dimostrato scientificamente  che non diminuirebbe affatto la quantità di emissioni  in aria, acqua e suolo di tutti gli inquinanti; inoltre,per quanto riguarda i vecchi gruppi, anche sostituendoli con nuove unità, sempre a carbone, dotati delle  migliori tecnologie, non ci risulta  che queste siano in grado di trattenere le pericolose polveri fini e ultrafini che fuoriescono o si formano in atmosfera e che non vengono nemmeno conteggiate, pur costituendo una grossa percentuale del pericoloso particolato.

Tali rilievi sono stati forse confutati e si è aperto un tavolo di confronto tra le parti per arrivare a fornire al cittadino e al cittadino lavoratore una qualche chiarezza?

Si fa un gran parlare di ambiente e non ci si accorge che tale termine è ogni giorno di più svuotato di significato, se sulla situazione locale non abbiamo verifiche pubbliche adeguate e se quando le verifiche rivelano criticità, non si prendono provvedimenti correttivi efficaci ed urgenti.

 

Se l’ambiente subisse un ulteriore degrado, a fronte di 50 nuovi posti di lavoro che, con l’indotto potrebbero arrivare a 200, come dice il Progetto, quanti se ne perderebbero sull’intera costa,in tutti i comparti del settore turistico, quanti nelle attività dell’agroalimentare e dell’ittico che costituiscono filoni di eccellenza  della nostra provincia?

Se i Sindacati hanno come obiettivo primario la difesa dell’occupazione, non possono, per coerenza, ignorare una visione globale del lavoro che comprende  aspetti vitali della nostra economia non esclusivamente legati ad una produzione energetica che lo stesso Presidente della Regione ha dichiarato  non rivestire su base territoriale carattere di pubblica utilità ed essere “non motivata da esigenza di copertura del fabbisogno energetico nazionale” (Seduta del 10/03/09)

 

Le nostre considerazioni e le nostre preoccupate domande sono nello spirito di un’esigenza di  tutela sanitaria per tutti, a partire dai lavoratori della Centrale di Vado, e di rispetto verso un ambiente delicato da preservare nelle sue importanti valenze ambientali.

Non possiamo contrapporre il lavoro alla salute, l’occupazione all’ ambiente: sono conciliabili solo attraverso  uno sviluppo sostenibile che non comprometta, in modo forse irreversibile,  nessuno di tali valori.

Se la moderna tecnologia fornisce alternative verso le quali si sta orientando il mondo industrializzato, perché qui ci si ostina a continuare con la combustione di un materiale altamente tossico, quando vento, sole, mare non inquinanti e non soggetti ad esaurimento o a crisi internazionali potrebbero, dopo un’eventuale fase di metanizzazione completa, facilitata dall’attuale presenza di un gruppo a turbogas,  sostituire  con gradualità i combustibili fossili e creare addirittura maggiore occupazione?

 

Ai lavoratori  e ai Sindacati chiediamo una riflessione ponderata.

 

 

il COMITATO “Ambiente e Salute di Spotorno-Noli”

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