Il turismo in Liguria si basa su tre pietre miliari: il mare pulito, il bel tempo, l’ indiscutibile bellezza della terra ligure. Ma cosa resta ormai nella nostra terra della Liguria di Cardarelli e Montale? |
Gli operatori turistici della provincia di Savona si sono trovati di fronte ad un problema inspettatto: una stagione metereologica totalmente instabile. Erano attesi sole e mare pulito, sono arrivati pioggia e onde alte fino a tre metri, causando una tempesta sull’ economia locale già indebolita dalla crisi economica. Il cambiamento climatico è arrivato anche a Savona: il tempo bello stabile non è più una certezza. Il turismo in Liguria si basa su tre pietre miliari: il mare pulito, il bel tempo, l’ indiscutibile bellezza della terra ligure. Ma cosa resta ormai nella nostra terra della Liguria di Cardarelli e Montale? La Liguria del mare blù, dei muretti a secco senza malta e degli ulivi plurisecolari è stata saccheggiata e l’ unica certezza sembrava il clima mite: soleggiato e non afoso. Il 2011 ha dimostrato che anni e anni di emissioni di CO2, rilasciate da centrali a carbone, cokerie, acciaierie hanno sconvolto il clima. La conseguenza è che il turismo è in affanno: un bel guaio perchè stiamo parlando della principale opportunità di lavoro, visto l’ inarrestabile deindustrializzazione. La Liguria deve salvaguardare il turismo e per questo ha bisogno del mare e dell’aria pulita, delle bellezze del paesaggio e del clima mite. La buona volontà degli operatori che rinnovano gli ombrelloni, ammodernano gli alberghi o organizzano i Bus serve a poco. Per mantenere vitale la fabbrica del turismo occorre innanzitutto preservare e riqualificare i beni comuni del nostro territorio. La nostra generazione è chiamata a riparare i danni creati dall’ illusione che la natura potesse essere saccheggiata senza limiti. L’ uomo del ventesimo secolo ha cancellato tradizioni ed esperienze millenarie con conseguenze molto spesso devastanti, mentre i nostri progenitori sono vissuti in simbiosi con la natura, senza farle violenza, senza turbare gli equilibri idrogeologici, e creando bellissime architetture rurali perfettamente integrate nel paesaggio. Dobbiamo tutti assieme tornare al tempo della saggezza, dove imparando dagli errori del passato ci si occupi con cura e amore del nostro territorio. Compiti giganteschi, ma anche entusiasmanti, che richiedono un gran numero di specialisti nel campo delle scienze della natura, nelle tecniche di lotta agli inquinamenti, nei metodi per economizzare le risorse naturali e per riutilizzare le merci usate, nei processi di fabbricazione dei macchinari, degli oggetti, degli alimenti, ma anche governanti capaci di imprimere un orientamento morale ai processi economici. Un grande progetto di speranza dal quale nessuno è escluso. Mi appello a tutti gli operatori turistici: “non lasciate soli gli ambientalisti quando combattono contro le emissioni di CO2, contro la cementificazione della costa o per l’ aria pulita”. L’ emergenza ambientale è un problema molto serio anche per il turismo. Possiamo riuscire a preservare e risanare quel patrimonio ambientale ereditato dai nostri padri ma dobbiamo essere in molti a volerlo. Dobbiamo impegnarci perchè quel patrimonio che è la nostra vera speranza per un futuro lavorativo e una soddisfacente qualità della vita. Non è accettabile che nel 2011 si pensi ancora di produrre energia dal Carbone, raddoppiando l’ impianto di Vado Ligure con conseguenze nefaste per la salute e disastrose per il cambiamento climatico. Dobbiamo con calma e determinazione impegnarci per scelte sagge e lungimiranti, che consistono nella chiusura del ciclo del carbone e non nel suo raddoppio. Simona Simonetti presidente provinciale dei Verdi
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