Ricostruire Altare, ma come e quando?

è una priorità piena di sfide che non potrà mai essere soddisfatta a suon di belle parole, senza che chi ha il potere di amministrare – non altri – abbia anche le idee su cosa fare e, soprattutto, la forza ed il coraggio di attuarle.

Cosa aspettarsi da chi non ha neppure il coraggio di assumersi la responsabilità delle proprie ordinanze e dice che gliele ha imposte la Procura…ma quando mai?

Ci era stato garantito che in tempi rapidi la strada sarebbe stata riaperta; infatti dal 30 Settembre, giorno di chiusura, al 2 Ottobre della riapertura, si conterebbero solo due giorni, ma dimenticando i due anni di false assicurazioni che ci sono stati in mezzo.

Oggi ci troviamo a vedere disattesa la relazione dell’Università, ostentata come l’unica che avrebbe potuto dire in modo incontestabile cosa c’era da fare. Non vi è traccia di ciò che aveva previsto per il forno San Rocco, mentre è stato costruito un tetto leggero di lamiera. Molti mi chiedono a cosa sia servito, come pure cosa possa succedere in caso di nevicate su quella copertura sottile e scivolosa. Lo scopriremo strada facendo.

Resto convinta che la ricostruzione cittadina non possa passare tramite la rappresentazione di una realtà che non esiste, come qualcuno intende fare seguendo un certo tamtam che diventa sempre più insistente. Anche se taluni lo fanno in maniera troppo colorita, magari con insulti – che vanno sempre condannati – non sono i cittadini esasperati che denunciano sui social lo stato di degrado a danneggiare l’immagine di una comunità sul baratro, ma semmai chi la vuole guidare senza essere capace di dialogare con chi la pensa diversamente, di affrontare i problemi prima che diventino gravi, o di avere iniziative di rilancio che vadano oltre la solita minestra riscaldata della cultura, la quale, senza nulla toglierle, da sola non potrà mai attirare visitatori ed investitori in quantità sufficiente.

Il «Ma dai, volemose bene che se no arriva la Scotti» è un momento che commovente si osserva negli ultimi consigli comunali, ed è con questa minaccia che si cuciono le intese lontane dalla gente comune.

Sostengo con certezza che il vero nemico è chi predica bene e razzola male, chi vorrebbe un compiacente silenzio, magari intervallato da qualche lode per quel poco che ogni intanto gli riesce di fare, perché costoro sanno solamente cosa è meglio per sé, cioè quell’omertà che da sempre consente alle élites politiche locali di nascondere la totale assenza di qualsiasi risultato tangibile e sostanziale delle loro capacità (o incapacità).

Per valorizzare e sfruttare le potenzialità commerciali e produttive di Altare, ma anche quelle culturali che già esistono e sulle quali non si può continuare a fare l’unico affidamento, per attrarre visitatori, turisti ed investitori, per avere un impatto positivo sull’economia locale, non è necessario scoprire l’acqua calda, ma serve essere curiosi, muoversi fuori dal confine di competenza, confrontarsi, prendere esempio da altre realtà, anche più piccole (vedi ad esempio Roccavignale), che nonostante i loro limiti di ubicazione e morfologici – che noi fortunatamente non abbiamo – sanno creare poli attrattivi divertenti e capaci di smuovere i visitatori, che investono su pagine social gestite da esperti, ma soprattutto che sanno interloquire in maniera costruttiva, pragmatica ed alla pari, senza inutili litanie e riverenti genuflessioni, con istituzioni e privati.
Quindi bene la riapertura della strada, sia pur parziale e con tempistiche bibliche, ma poi?

Rita Scotti Consigliere Comunale Indipendente Altare

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