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RICHIESTE ATA

La mia netta critica alle richieste di ATA di cui le cronache
del Consiglio comunale del 18 dicembre non hanno dato conto
Nel Consiglio comunale del 18 dicembre ho chiesto il rinvio della pratica su ATA che chiedeva di eliminare il limite del 10% alle attività svolte da ATA per Enti terzi rispetto al Comune di SV e di far entrare in una “rete”(per la gestione dei rifiuti) i Comuni di Mallare, Plodio, Stella e Urbe.

Gli Ambiti Territoriali Ottimali  (ATO) previsti dalla legge non sono ancora stati varati dalla Regione né dal Governo.
Essi prevedono una gestione che ricerchi ”efficacia (qualità nello svolgimento del servizio), efficienza (contenimento dei costi di gestione), economicità (mantenimento di equilibri economico- finanziari)”. Saranno quindi uno strumento apprezzabile per la razionalizzazione del servizio rifiuti. Invece il criterio con cui ATA ha scelto i  quattro nuovi Comuni- soci non sembra logico né rispondente ai requisiti di “efficacia, ecc”: ad es. quanti Km sono da percorrere per unire i quattro paesi? Perché non si è aspettato che altre Amministrazioni aderissero e, soprattutto, che la Regione desse vita agli ATO? Non sembra poi che i Comuni coinvolti abbiano ancora deliberato in merito (a parte, forse, Mallare).
Ho chiesto il rinvio anche  perché questo progetto di ATA è stato presentato  al Consiglio comunale già delineato e concluso. Ritengo invece che ATA, come Società “in house”, debba essere realmente controllata dall’Amministrazione che deve poter  indirizzare la politica aziendale. Il Consiglio comunale è stato tagliato fuori da ogni indicazione di scelta. Infine, la percentuale del 10% era stata votata dal Comune negli anni scorsi, e tale scelta aveva una motivazione forte: garantiva al Comune che l’attività della sua partecipata fosse indirizzata in massima parte (quantificata nel 90%) verso il Comune stesso. Oggi questa indicazione viene cancellata e rimane la dicitura ” la società deve svolgere la parte rilevante della propria attività nei confronti degli enti pubblici suoi azionisti”. Chi valuterà quale sia  la “parte rilevante”?

Non posso non esprimere indignazione verso l’emendamento alla Legge di stabilità che autorizza l’apertura di 1000 sale da poker!! A livello locale stiamo faticosamente tentando di arginare il fenomeno del gioco d’azzardo  e le ASL stanno  già affrontando le gravissime conseguenze delle ludopatie. Di fronte alla rovina di migliaia di famiglie e ai  rilevanti  costi dello Stato per il recupero da questa dipendenza che è una  malattia sociale,  ci si sarebbe aspettata una presa di posizione finalmente rigorosa con cui il Parlamento mettesse mano, in senso ben più restrittivo, alla normativa vigente. E invece la potente lobbie del gioco d’azzardo, trasversale agli schieramenti politici, ha continuato a imporre, con cinismo, le sue scelte sciagurate.

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