REPORT “DE NUIATRI”: TRA RED CARPETS E GIORNALISMO D’ASSALTO Da qualche giorno a questa parte sulla rete, specialmente sulla pagina facebook di un noto giornale on line della riviera, impazza uno degli sport più in voga nel nostro paese. Il tiro al poliziotto, di cui sempre su queste pagine avevo tempo addietro scritto alcune considerazioni. All’epoca a praticare questo famoso sport fu un giornalista di una ben più nota testata ligure che criticava il singolo e sporadico gesto di un poliziotto in un mare di disorganizzazione generale derivante dalla cattiva gestione dell’ “emergenza forconi”. Disordine non certo imputabile ai semplici operatori di polizia, un tipico caso italico in cui è più semplice notare la pagliuzza piuttosto che la trave. Oggi invece… |
….. assistiamo ad un vero e proprio incitamento dell’opinione pubblica a “vomitare” qualsivoglia nefandezza contro le polizie municipali della riviera beccate, si fa per dire, in “divieto di sosta”. Le vicende che hanno coinvolto la polizia municipale di Spotorno hanno sicuramente dato lo spunto necessario a questo “incredibile coraggio” tramutatosi in una linea editoriale (della pagina facebook) giustizialista intrapresa dalla testata online in questione. Sono state pubblicate alcune foto di auto della municipale in evidente divieto, una su un riservato motocicli, una per metà sul parcheggio per disabili e l’altra addirittura su un’intersezione. Quello che suscita maggior tristezza non è tanto l’arte delatrice molto in voga sul web e che non è neppure lontana parente del foto giornalismo, ma piuttosto le didascalie utilizzate per introdurre le immagini. In una si dice: “i vigili di Spotorno parcheggiano così. La foto inviata da un nostro lettore”; in un’altra: “Dopo il parcheggio della municipale di Spotorno di questa mattina, una lettrice ci segnala questo a Loano in piazza Vallerga oggi pomeriggio”. Poi l’ultima: “Altra segnalazione di parcheggi fantasiosi, qui siamo a Quiliano e la macchina è piazzata in un incrocio (inviateci le vostre segnalazioni anche di auto private)”. Chi vuole che venga fatta giustizia, a qualsiasi livello, non può che essere soddisfatto del lavoro di questa testata online apprezzandone la puntualità ed il segnale forte di condanna di presunti abusi di potere riuscendo in questo modo ad appagare la propria sete di giustizia, oppure il raggiungimento di una morale tutta italiana, per cui tutti colpevoli nessun colpevole. Quello che lascia perplessi innanzitutto e che la responsabilità della segnalazione è sempre di anonimi lettori. Ma chi conosce legge e frequenta le pagine di questo giornale on line non può che fare alcune valutazioni personali. Quando mai è capitato di leggere un articolo che fosse di critica delle scelte politiche di un’amministrazione, di un ente o di un’associazione? Quante volte è capitato, durante interviste ad esponenti politici o personalità rilevanti della nostra provincia, di ascoltare “domande scomode” che il giornalismo dovrebbe avere l’obbligo (quantomeno morale) di porre per essere definito tale? L’impressione è che non sia (o quasi) mai capitato. Una scelta editoriale rispettabilissima ci mancherebbe, infatti leggendo questo giornale quotidianamente non si può non essere d’accordo che dal punto di vista della cronaca dei fatti sia sempre impeccabile puntuale, e solo in rarissimi casi sia stata “bucata” una notizia. Di tutt’altra linea è stato fino a non molto tempo fa’ il principale antagonista di questo quotidiano, ma nel giornalismo spesso quando si toccano poteri forti si viene silenziati. Infatti in quel caso l’editore rimosse il direttore del giornale. E questo probabilmente è uno dei principali motivi per cui l’Italia è agli ultimi posti della classifica mondiale sulla libertà di stampa. Ma il giornalismo cos’è? Quale responsabilità sociale è attribuita a chi svolge questo mestiere potendo usufruire di un megafono come quello della stampa sia essa online o cartacea? Principalmente il ruolo è quello di informare e di formare l’opinione pubblica. Una responsabilità non di poco conto. E come si può pensare di formare l’opinione pubblica fomentando la rabbia dei cittadini senza spiegare che le foto non parlano, che descrivono un momento e che la realtà potrebbe essere molto differente da ciò che appare? Se in alcuni casi ci può essere la negligenza dell’operatore, in altri alcune soste della polizia potrebbero essere obbligate per esigenze di servizio che la normativa prevede e consente. Evidentemente nell’intenzione del giornale tutto questo viene ignorato o volontariamente taciuto. Lo scopo da raggiungere è probabilmente un altro (farsi pubblicità? Aumentare il numero dei contatti?). Tra l’altro dopo la pubblicazione delle foto non vengono neppure censurati o cancellati commenti volgari e chiaramente ingiuriosi, cosa che frequentemente avviene su facebook in pagine pubbliche sotto costante controllo di almeno un moderatore. Forse l’intenzione è quella di emulare la moda del momento. Il web 2.0 pullula dei così detti “leoni da tastiera” che frequentano specialmente social network e blog (quello di Grillo su tutti) trasformando repressioni personali in insulti al politico piuttosto che al personaggio del momento. Personalmente credo che questa testata online, che negl’anni ha raccolto approvazione e consensi da un pubblico di lettori sempre più numeroso diventando una pagina “preferita” dei pc di tutti noi, non avrebbe bisogno di queste cadute di stile. Sarebbe più interessante poter apprezzare cotanto coraggio “giornalistico” in altre situazioni ben più scomode ed importanti. Perché come diceva George Orwell: “Il giornalismo è scrivere qualcosa che qualcun altro non vorrebbe fosse scritto. Il resto sono pubbliche relazioni”. |