Intervento in merito alle dichiarazioni fatte da Carlo Merli
managing director di Apm Terminals Italia
Praticamente i soldi ci sono, manca il nuovo Presidente di A.P.
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Da una recente intervista al Sig. Carlo Merli, managing director di Apm Terminals Italia, la società del gruppo Maersk che si occupa di seguire il dossier – Vado e che nei giorni scorsi ha ottenuto dal governo, insieme alle istituzioni liguri,garanzie sui 105 milioni mancanti per la piattaforma vuol dire che in senso pratico i rimanenti 345 milioni di Euro sono già in cassa e disponibili quindi,fuoco alle polveri,si può iniziare a costruire la panacea di buona parte della disoccupazione. Da profano vorrei sapere perché essendoci soldi disponibili,addirittura all’epoca di quando governava l’on. Di Pietro, non si è mai fatto nulla ?? Domanda del giornalista: Ma non è nata per spostare i traffici Maersk da Genova a Vado? Risposta: ” No guardi. Questa è una vecchia storia. La realtà è che senza Vado,l’intero sistema portuale ligure rischia di essere marginalizzato,insieme a tutti gli investimenti su di esso” Penso invece che purtroppo da anni si predicava sulla necessità dell’integrazione portuale tra Genova-LaSpezia-Savona il problema è che non ci si è riusciti in quanto, tra le rivalità di supremazia tra i rispettivi Presidenti d’Autority ,salvaguardati dalla Legge 84/94, ognuno ha cercato di portare nel suo orticello il più possibile della disponibilità di mercato. Non ultimo fare una proposta di costruire una piattaforma nell’ambito Savonese non poteva essere certamente rifiutabile anche per il fatto che il porto di Savona era nei confronti degli altri due il meno competitivo e il meno trafficato. Altro problema è che purtroppo a livello progettuale s’è scelto il più impattante sul piano ambientale al punto di una severa presa di posizione in senso negativo da parte della popolazione. Oggi comunque bisogna prendere atto che con l’arrivo della Maersk Eindhoven a calata Bettolo e con la necessità,data la crisi,di accorpare i servizi toccando meno porti e quindi con navi sempre più grandi c’è anche il rischio del cambio di destinazione d’uso dello stesso terminal infatti la piattaforma di Vado destinata come porto Gateway potrebbe poi in effetti servire come porto Transhipment e quindi con un servizio feeder aumentando così i costi, diminuendo oltretutto il quantitativo degli operatori. E’ , secondo il mio punto di vista, fondamentale la sicurezza e il tempo d’impegno da parte della società gestore del terminal perché ad esempio il trasferimento dell’Hamburg da Vado a Genova a soli poche miglia di distanza chi ci ha rimesso sono stati c.a. 55 operatori in cassa integrazione e poi si vedrà. La Maersk ad esempio a Cagliari, con i suoi spostamenti credo siano 42 in cassa ,a Gioia Tauro sempre la Maersk con i suoi movimenti ha creato crisi del terminal, a Taiwan ha abbandonato 4 terminal e quindi operatori in crisi ,a Virginia port idemc.s. e la lista si allunga. “La Maersk ha sottoscritto un accordo e un contratto,nel quale la ripartizione delle spese viene definita con precisione. Altre prospettive sinora non ci sono state presentate” Secondo il mio punto di vista credo che sarebbe opportuno,alla vista delle dichiarazione e dei fatti rivedere ed esaminare e concordare il tutto anche perché ad esempio è inaudita la concessione dell’opera per una intera generazione , se poi si pensa di modificare la giurisdizione delle concessioni demaniali per gli stabilimenti balneari mettendoli all’asta c’è davvero da darsi un pizzicotto alla pelle per accertarsi di esistere. Domanda: Quanto siete disposti ad aspettare ? Risposta : Ascolti Maersk su quest’opera ha speso soldi,tempo,immagine ………. Che la Maersk abbia speso immagine e tempo (troppo tempo non giustificabile) ci sarà certamente una giustificazione occulta,ma ciò che è molto interessante sarebbe conoscere l’entità dei soldi spesi e con quale finalità anche perché essendo una gigantesca realizzazione il popolo indirettamente avrebbe dovuto in minima parte beneficiarne. Invece nulla e per niente. In oltre è interessante la dichiarazione fatta dall’amministratore capo danese che disse “ andiamo a Vado a costruire la NOSTRA PIATTAFORMA di cui abbiamo una (anormale) concessione di ben 50 anni” Ora credo che sia difficile riuscire a capire che su di un costo di 450 milioni di cui 300 miln. sono dello stato Italiano con soli 150 miln diventi un’opera Danese ? Gulp!!!! Qui sono state affrontate alcuni aspetti e perplessità, il fatto purtroppo è che più passa il tempo,più si esaminano le dichiarazioni degli addetti, più aumentano le preoccupazioni la più terribile quella di una cattedrale nel deserto e quindi oggi come non mai occorre un presidente dell’Autorità Portuale che abbia veramente i requisiti di legge richiesti dando prova che la sua soluzione ai vari problemi non ammette alternative di alcun genere. CICCIONE Riccardo
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