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Quando i socialisti giocavano a ‘rubamazzetto’

S C H E R Z E I D E
quando i socialisti giocavano a ‘rubamazzetto’
Caro compagno socialista, non ti preoccupare, puoi andare dove vuoi che il tempo ti aspetterà comunque e, se non il tempo, un Lavitola lo troverai sempre dietro l’angolo.
I nostri amici, che amici sempre non sono, li ho visti l’altro giorno fluire dal water, felici come pesciolini d’estate, a guazzare intrepidi nella pipì odorosa di sora Maria, mentre l’onorevole srotolava la carta igienica per utilizzarla come carta da lettere.
E non cascare come l’asino che vola, pensando che tutto ciò sia solo una metafora arlecchinesca, tutt’altro!, è l’unico miracolo in grado di sbrogliare la matassa delle ragnatele che avvolgono le tue palline e darti la gioia di un ultimo alzabandiera.
Come vedi, la voglia di ritrovare il socialismo smarrito ancora c’è: è come un gioco, intrigante e peccaminoso, senza  regole, senza peli e flebo, sognando il solito borsone trasbordante di pecunia.
Immagina, caro amico socialista, per un attimo potresti ritrovare quel sussulto che la mente e il corpo anelano, in fondo altro non è che un peccatuccio veniale di mediocre voracità, lo stessa di ieri, di oggi, di domani, nulla è cambiato e ogni cosa è equivalente, dalla lira all’euro, dalla pansè alla patonza, passando per il bunga bunga.
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