E’ faticoso condividere il giudizio positivo dei sindacati dopo il vertice con l’azienda, viste le gravi inadempienze tuttora in atto, ad oggi non è stato risolto l’inquinamento attuale e passato, non sottostando in modo completo alle prescrizioni dell’Aia.
Mantenere l’occupazione è sicuramente un fatto positivo, ma a quale costo? La salute e la vita dei cittadini Valbormidesi vanno rispettati, così come vanno rispettate tutte le normative esistenti e le prescrizioni che si possono adottare.
D’altro canto, Italiana Coke contesta anche il fatto che i monitoraggi ambientali hanno evidenziato dei picchi, che secondo l’azienda dovrebbero essere letti in una chiave diversa, da “concordare”, ovviamente in un’interpretazione più favorevole all’azienda stessa.
Quindi gli enti e la cittadinanza dovrebbero accettare un ulteriore aggravarsi della situazione ambientale e prendere atto che in Italiana Coke va tutto bene e che è solo una questione di punti di vista.
Investire nettamente e pesantemente in miglioramenti ambientali non sembra essere una strada percorribile per l’Azienda, perché non redditizia; ma non sarebbe competenza degli enti e delle amministrazioni come pure dei sindacati condurre per mano, le aziende in tali percorsi, soprattutto quando tali aziende fanno utili?
I cittadini che subiscono, specie nel savonese, ogni sorta di imposizione ed accanimento sanitario ed ambientale, possono “concordare” qualcosa con chi li amministra o subiscono e basta?
Le associazioni ambientaliste della ValBormida chiedono che finalmente ci sia chiarezza sull’impatto ambientale di Italiana Coke sulla salute dei cittadini di Cairo Montenotte e che le informazioni raccolte dai rilevatori posti sui camini della fabbrica vengano rese finalmente pubbliche.
Stefania Scarone
Coordinatrice Provinciale M5S