“L’urbanistica ai tempi della crisi”. Alcune forze politiche savonesi, di maggioranza e di opposizione, hanno già espresso giudizi negativi a proposito della variante che dovrebbe destinare ad edilizia residenziale parte dei volumi del costruendo cosiddetto “Crescent 2”. Questi giudizi riguardano sia il metodo con cui la Giunta affronta problemi determinanti per il futuro della città (avanzando informazioni a mezzo stampa e tenendo nella completa oscurità il Consiglio comunale), sia… |
….il contenuto del Piano Urbanistico Comunale che non prevedeva ulteriore edilizia residenziale nella zona della vecchia Darsena. “Noi per Savona” condivide entrambe le considerazioni. E’ però necessario ripensare nel suo insieme il tema dell’urbanistica a Savona, soprattutto in un periodo di crisi economica che investe tutti i settori, e che ha prodotto conseguenze pesanti anche sul mercato immobiliare della provincia. Non bisogna dimenticare che è proprio dal settore immobiliare che ha avuto origine lo sconquasso dell’economia europea e mondiale: a livello savonese, il valore delle abitazioni in città ha subito un netto calo, e, nonostante questo, il mercato immobiliare è fermo perché non si riesce a trovare il punto d’incontro tra l’offerta e la domanda. In tale contesto, riteniamo assolutamente fuori luogo ogni proposta di nuovi volumi residenziali, che a nostro parere non possono che inflazionare ancora il mercato e aggravare la situazione, senza risolvere i problemi di chi non ha casa e peggiorando la condizione dei piccoli proprietari. Non vogliamo fare un discorso aprioristico contro l’edilizia: noi diciamo stop a nuovo cemento, ma proponiamo la valorizzazione di tutto l’esistente, sia da un punto di vista edilizio che da un punto di vista urbanistico; questo potrebbe consentire anche una crescita dell’occupazione attraverso l’adeguamento delle strutture alle “buone regole” della statica, del risparmio energetico e della qualità del costruito. Con tali criteri si presterebbe la massima attenzione alla conservazione del territorio ancora non urbanizzato, ed al recupero di parti di città: il termine “riqualificazione” non deve solo significare vantaggio economico per l’imprenditore di turno. La crisi è un momento doloroso per la nostra società, ma potrebbe offrire l’occasione per ripensare globalmente il nostro sistema di vita e, nel locale, anche il Progetto di Città; per cui, se l’Amministrazione immaginava qualche anno fa di costruire in Piazza del Popolo, negli Orti Folconi, presso la vecchia Darsena, sul lungomare di ponente, nei borghi di collina, oggi, in un contesto assai differente, non si possono “ingessare” le porzioni di città suscettibili di trasformazione nell’attesa del ritorno di un periodo di vacche grasse. Tutte le forze che compongono la maggioranza hanno il dovere ed il potere di ripensare un nuovo Progetto di Città, e devono intervenire subito, in una situazione che non è più quella di qualche anno fa, con atteggiamento propositivo, nella determinazione di salvare quello che ancora non abbiamo rovinato. L’attuale fase di stasi dovrebbe far decantare i progetti edilizi previsti, puntando l’attenzione alle vere esigenze della comunità cittadina, che desidera riappropriarsi quanto più possibile della sua spiaggia e del suo mare; non deve più essere necessario coinvolgere i privati (autorizzando sempre più cemento in cambio di oneri di urbanizzazione) quando basterebbe osservare quanto avviene, ad es. , sulla vicina Costa Azzurra per verificare che società più ricche della nostra, con una spesa assai limitata, riescono ad offrire una fruizione di qualità del paesaggio, non consentono nuove costruzioni a mare della strada litoranea e, in qualche caso, abbattono quello che ha esaurito la sua funzione. E per finire una considerazione sulle “Officine”. La progressiva riduzione degli spazi da destinare alle attività artigiane ( i restanti saranno occupati in parte da una palestra) rivela che il progetto di rivitalizzare l’artigianato non aveva basi solide già in partenza. L’Amministrazione non ha affrontato con la dovuta consapevolezza i problemi di quel settore, che non è decollato neppure in Parco Doria. Per “Noi per Savona” Savona, 4 febbraio 2013 Mauro Dell’Amico |