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“Cogoleto 2011”

Ecco la Lista che a Cogoleto  tenta di fermare l’ascesa
di Luigi Cola e  dei fautori delle speculazioni edilizie
Cogoleto,  comune estremo  a  ponente  della provincia di  Genova, si appresta ad eleggere il nuovo Consiglio Comunale ed una Lista Civica “Cogoleto 2011” tenta di sbarrare la strada alla ascesa di Luigi  Cola, il Consigliere Regionale dei DS, di vecchia nomenklatura PCI, che ha tanto h aa cuore  le sorti e le fortune dei costruttori. Tanto che  le aree della Tubi Ghisa saranno  senza alcun dubbio  campo di azione di Pesce Pietro e dei suoi soci.
Si costruirà ancora, nonostante il mercato immobiliare sia quasi alla paralisi e si  consumerà ancora del territorio perchè la logica della salvaguardia  del suolo deve lasciare spazio  alla concezione arcaica che ovunque si deve costruire. Non si sa per chi, ma bisogna far costruire.
Il declino della Liguria sembra amaramente segnato.Solo i cittadini lo possono modificare.

Edificazioni a Cogoleto

PROGRAMMA DEL MOVIMENTO

“COGOLETO2011”   ( DA  FACEBOOK ).

“Quanto più un gruppo umano è critico, tanto più è democratico”

E’ stato dimostrato che il battito delle ali di una farfalla è in grado di modificare gli eventi meteorologici anche in luoghi molto lontani (effetto farfalla).

E’ stato dimostrato sulla base di un’accurata analisi scientifica che il calabrone non potrebbe volare (paradosso del calabrone).

IL QUADRO ISTITUZIONALE E I RAPPORTI TRA LA RAPPRESENTANZA POLITICA E I CITTADINI.

La nuova legge elettorale ha concentrato nelle mani del Sindaco enormi poteri riducendo il Consiglio Comunale a una semplice funzione di controllo. Il mantenimento di un alto livello di democrazia dipende, dunque, dal modo in cui il Sindaco interpreta il proprio ruolo e dalla dialettica con il Consiglio comunale. A cogoleto il Sindaco e la Giunta hanno gestito il Comune in modo centralistico in quanto le scelte dell’amministrazione sono state spesso frutto di decisioni prese dall’alto da una ristretta cerchia di persone, senza un vero dibattito democratico. La situazione è aggravata dal fatto che i partiti sono ormai incapaci di interpretare la volontà dei cittadini e si preoccupano solo di conservare i propri apparati con le relative posizioni.

In questo quadro l’amministrazione comunale non è in grado di gestire politiche con contenuti conflittuali perchè è vincolata dal dik-tat dei partiti. Perciò non è stata in grado di elaborare un piano coerente e realistico per la costruzione di una città vivibile, solidale e fondata su valori condivisi. La democrazia intesa come partecipazione e ascolto è stata puramente di facciata, sacrificata di fatto all’altare di uno pseudo-efficientismo decisionista. La parte più critica della cittadinanza si è trovata da sola ad affrontare un apparato amministrativo che cala dall’alto scelte arbitrarie, perchè non verificate sul terreno del confronto democratico. In questo contesto cogoleto2011 ha svolto e continua a svolgere un ruolo fondamentale di raccordo tra i problemi dei singoli e quelli della città costantemente criticando l’operato dell’amministrazione se ha operato male e proponendo alternative a misura dei cittadini.

LA PROPOSTA

Al fine di modificare radicalmente la situazione di cogoleto, e’ nato un gruppo facendosi promotore della creazione della lista civica per le prossime elezioni comunale che si terranno nel 2011 denominata “Cogoleto2011”. Pur partendo dall’esperienza dei comitati, la lista si propone di raccogliere il consenso di tutti coloro che riscontrano a Cogoleto un blocco originato nelle forze politiche istituzionali e da accordi super-partito che di fatto vanificano la libertà d’espressione dei cittadini privandola di valore propositivo.

La lista “Cogoleto2011″ propone di amministrare la città seguendo un metodo di lavoro più democratico ” che si basa soprattutto sull’ascolto delle diverse realtà sociali, economiche ed istituzionali. I problemi percepiti o segnalati saranno oggetto di analisi, attiva partecipazione e confronto da parte degli attori del processo, contributo specifico e costruttivo di tutti. Le soluzioni saranno individuate anche utilizzando metodiche di pianificazione partecipata allo scopo di prevenire conflitti realizzando convergenze su progetti condivisi.

INSIEME, PERCHE’

I valori della persona, la tutela dell’ambiente, la ricerca e l’impiego razionale delle risorse si realizzano sul terreno del confronto, del consenso e della solidarietà.

Il centralismo oligarchico si combatte allargando le basi della democrazia, favorendo il ricambio e ponendosi in ascolto nei confronti delle realtà sociali, economiche e culturali oggetto di decisioni politiche.

La delega e gli incarichi politici conferiti dai cittadini all’amministrazione comunale si giustificano soltanto come responsabilità rispetto agli impegni assunti al servizio di tutta la comunità.

INSIEME,PARTECIPARE PER CAMBIARE: COME

“Insieme” significa che le scelte condivise, soprattutto negli interventi strutturali, saranno realizzate con il concorso di tutti. Per “tutti” si intende non solo i cittadini maggiorenni, compresi gli anziani, ma anche chi non ha diritto di voto, i bambini e gli adolescenti. I giovani hanno delle idee di cui si deve tenere conto. Hanno bisogno di luoghi e occasioni di incontro al di fuori della famiglia e della scuola per conoscersi, per confrontarsi, per esprimersi e per crescere come persone e cittadini. “Tutti” vuol dire anche le culture non europee, che devono essere comprese e valorizzate nel pieno rispetto della democrazia e della legalità.

La partecipazione dei cittadini “AGORA'” riguarderà tutto il processo di pianificazione dall’inizio alla fine: individuazione e definizione del problema, analisi delle implicazioni, studio, ricerca di soluzioni, sperimentazione, scelta di un progetto, realizzazione, verifica e revisione.

Informazione e trasparenza sono requisiti essenziali della pianificazione partecipata, perché non vi può essere partecipazione senza conoscenza e comprensione dei problemi, senza espressione consapevole della volontà politica, senza condivisione delle scelte e delle norme comuni.

Un efficiente sistema di comunicazioni assicurerà lo scambio di informazioni tra i rappresentanti politici, e anche singoli cittadini. Ogni atto sarà reso di dominio pubblico nelle varie fasi di elaborazione mediante l’informatizzazione totale del Comune e il potenziamento degli organi di informazione. Uno stretto rapporto di collaborazione e interazione con la scuola e l’università servirà a diffondere la sensibilità culturale e tecnologica indispensabile per una partecipazione consapevole da parte dei cittadini.

Lavorare insieme comporta l’organizzazione razionale e coordinata della gestione e degli interventi, per evitare spreco di risorse, per formulare piani a lungo termine su previsioni attendibili, dunque adeguati alle esigenze di verifica e revisione, e per fare emergere, utilizzare e premiare l’impegno e le competenze nei diversi settori progettuali e operativi, comprese le iniziative del volontariato.

Infine “insieme” significa tenere conto di altre esperienze amministrative e innovative a livello regionale, nazionale ed estero adattandole al contesto locale.

INSIEME, CHE COSA

Poiché la nostra azione politica vuole caratterizzarsi per il metodo dell’ascolto-partecipazione-confronto-coinvolgimento, il programma non indica soluzioni precostituite, bensì idee e orientamenti da verificare e sviluppare “insieme”.

Nella sfida per la costruzione insieme per Cogoleto del terzo millennio alcuni punti rivestono particolare importanza:

1) Cogoleto deve essere pianificata a misura dei bambini, degli adolescenti e degli anziani. Solo cosi’ sarà una città vivibile per tutti. Non si tratta di una utopia ingenua, ma di una visione moderna che deve ispirare tutte le scelte nel campo urbanistico, culturale e sociale. Di conseguenza, la tutela della salute e dell’ambiente, e la programmazione del verde sono condizioni irrinunciabili.

2) Le associazioni del volontariato e non-profit devono poter esprimere appieno le loro potenzialità nel sociale, nella cultura e nello sport. Il Comune deve essere il luogo di una comunità solidale e attenta ai bisogni e ai valori. l’Unità Sanitaria Locale, insieme all’amministrazione comunale, devono svolgere un ruolo insostituibile nel garantire il meglio dell’assistenza a tutti coloro che si trovano in condizioni di difficoltà, malati, anziani, disabili, giovani in situazioni di disagio.

3) I Il riordino e la razionalizzazione della macchina amministrativa comporteranno l’individuazione dei nodi di interferenza e sovrapposizione tra diversi organismi ed uffici, il coordinamento con altri enti locali e statali, e la ricerca di possibili fonti alternative di finanziamento insieme allo sfruttamento ottimale dei canali esistenti allo scopo di stabilizzare o ridurre la pressione fiscale. La figura del vigile di quartiere deve essere riscoperta.

4) A tutte le forze economiche, piccoli e grandi imprenditori, saranno garantiti il supporto e le infrastrutture necessarie, per assicurare la piena occupazione e per stimolare il confronto con altre realtà imprenditoriali italiane e straniere. Appositi uffici cureranno i rapporti tra Cogoleto e la Regione, Cogoleto e il Governo Centrale, Cogoleto e l’Unione Europea, al fine di cogliere e promuovere tutte le opportunità di sviluppo economico e sociale.

5) La collaborazione con l’Università di Genova, con gli altri istituti di ricerca e con la scuola svolgerà un ruolo di stimolo in termini di creatività progettuale. Tale collaborazione è quanto mai importante sia per l’Università e la scuola nella loro transizione verso la piena autonomia, sia per le esigenze di una città moderna, che non può rinunciare a conoscere e utilizzare in modo appropriato le nuove tecnologie, anche nell’ambito di progetti di educazione permanente.

6) La valorizzazione dell’immagine di Cogoleto, delle sue radici storiche e culturali, delle sue tradizioni consolidate, deve integrarsi con la costruzione di una nuova cogoleto più aperta ai valori della cultura e della musica europee. La visione elitaria di una cultura riservata a pochi non si supera con la divulgazione pseudo-popolare di una miriade di manifestazioni effimere, bensì avvicinando e sensibilizzando tutti i cittadini a pochi eventi ben selezionati tra i capolavori della cultura mondiale.

Articolo del 21/08/2010 pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” A cura di Ferruccio Sansa.


Con una mano firma i testi dai toni ambientalisti delle trasmissioni di Adriano Celentano e Maurizio Crozza. Con l’altra invece firma progetti a raffica, decine in tutta la Liguria, alcuni molto contestati, portati davanti al Tar da comitati di cittadini imbufaliti. L’architetto Vittorio Grattarola è decisamente una persona poliedrica. Una delle figure simbolo della svolta edilizia della Liguria degli ultimi anni, sposata dal centrosinistra e dal centrodestra. E forse per raccontare la colata di cemento che si sta per riversare (o si è già riversata) su quelli che una volta erano i paradisi vacanzieri di milanesi e torinesi – Arenzano, Cogoleto, Celle e Varazze – si può partire proprio da lui, da questo esponente dei Ds già assessore all’Urbanistica del Comune di Genova (insieme con l’allora sindaco e oggi Governatore, Claudio Burlando, suo grande amico che con lui fu arrestato e poi assolto). E qualcuno forse potrebbe storcere il naso di fronte al curriculum di Grattarola, architetto e uomo di partito, amministratore – proprio Urbanistica – poi progettista che firma operazioni immobiliari spesso nei comuni amministrati dal centrosinistra. Ma vabbé, non è l’unico in Italia, non c’è niente di illegale, al massimo una questione di opportunità. Certo Grattarola ha pochi rivali: il mega-centro commerciale della Fiumara e la Fiera di Genova, i condomini di Albaro (un’operazione di cui si sta interessando la Procura) e la riqualificazione con porto e seconde case di Pietra Ligure, proprietà del “capitano coraggioso” Roberto Colaninno. Poi progetti sparsi in tutta la Liguria. Nessuno lavora più di lui. Dieci volte più di Renzo Piano, che pure è anche lui genovese. E pensare che Grattarola è un tipo riservato. Riservatissimo. Pochissime comparse ufficiali. Lo si ritrova soltanto tra i soci fondatori del Maestrale, l’associazione politica di Burlando. E anche qui qualcuno ha sollevato una questione di opportunità, su questa associazione che raccoglie sotto lo stesso tetto tutti: gli imprenditori che costruiscono, gli architetti come Grattarola, i funzionari pubblici che da decenni si occupano di urbanistica in Liguria, tanti amministratori locali amici del mattone e soprattutto lui, quel Claudio Burlando che con la Regione spesso deve dire la sua sui progetti. Ma come mettere insieme Celentano, Crozza e il mattone.? Varrebbe la pena di parlarne un po’ con Grattarola, ma rintracciarlo non è facile. Nonostante la sua iperattività, trovare il sito internet dello studio è praticamente impossibile. Anche contattarlo al telefono è arduo. Non resta che Facebook, dove l’architetto (classe 1957) compare con una simpatica vetrina dal sapore tardoadolescenziale: eccolo in un siparietto familiare mentre in mutande ramazza il pavimento di casa. Poi tante foto di amici, a cominciare, appunto, da Crozza. Dei progetti nessun cenno, soprattutto dell’ultimo, il più contestato: la realizzazione di 560 alloggi a Cogoleto curata da imprenditori in passato soci di Gianpiero Fiorani e dei suoi prestanome. Sì, proprio quello dei Furbetti del Quartierino. Siamo tra Genova e Savona, in una cittadina stretta tra località balneari, da sempre incerta tra la vocazione turistica e quella industriale. Un luogo che dopo decenni di inquinamento provocato dall’industria Stoppani sta recuperando un volto nuovo. Ma dopo il blu del cromo che inquinava l’acqua e metteva a rischio la salute di migliaia di persone ecco arrivare il grigio del cemento. Già, pare quasi che le amministrazioni – qui è un feudo del centrosinistra – si siano lasciate prendere un po’ la mano. L’ultimo caso sono proprio i quasi seicento alloggi ospitati dove una volta sorgeva l’industria Tubighisa. Doveva essere un’occasione per restituire un immenso spazio a Cogoleto e invece ecco 174mila metri cubi di costruzioni per 1.500 nuovi abitanti. Anche per questo Cogoleto rischia di diventare un simbolo: la popolazione della Liguria cala a vista d’occhio (meno centomila abitanti nei prossimi anni) e le case crescono come funghi. Ma Cogoleto è un simbolo anche per altri motivi, a cominciare da lui, Luigi Cola. E’ stato definito “l’anima popolare del Pd ligure”, per i suoi modi semplici, spicci. Per altri, invece, è la versione in salsa Pd di Giancarlo Gentilini, il sindaco leghista di Treviso: già primo cittadino di Cogoleto, oggi è stato sostituito dal suo delfino Attilio Zanetti. Cola, però, è sempre il vero signore della cittadina, tanto che si appresterebbe a ricandidarsi alla poltrona di sindaco. Un uomo del fare, che ha puntato su un’idea di sviluppo che sposa il cemento. Così non pochi ricordano la discussione sull’ultimo piano casa della Regione Liguria. Cola, oggi consigliere regionale del Pd, propose una serie di emendamenti che avrebbero fatto impallidire il piano Cappellacci: le case sotto i 100 metri cubi avrebbero potuto aumentare il volume fino al 60%, le altre fino al 30%. Ma non basta: poteva essere aumentata la cubatura di capannoni industriali, artigianali e agricoli. Ancora: i benefici sarebbero stati concessi anche agli immobili condonati. Finì con centinaia di messaggi sul sito di Beppe Grillo e il centrosinistra di Cola che ritirò gli emendamenti incriminati. Ma oggi c’è un’altra polemica. Lui, Cola, assicura: “Ci siamo mossi considerando prima la compatibilità ambientale e poi il progetto. Sul resto, invito i cittadini a giudicare”. Zanetti, il sindaco, getta acqua sul fuoco: “Il progetto non è stato ancora approvato. Certo, sarebbe un’occasione per realizzare opere importanti anche per la viabilità. E poi il nuovo edificio del Comune e una scuola”. Però ecco una sorpresa: i 560 appartamenti stanno sparigliando le carte della politica. Il centrosinistra pare inquieto (soprattutto di fronte alla prima versione del progetto che prevedeva perfino dei grattacieli), mancano 4 consiglieri per dare il via libera. “Allora ecco che si guarda all’opposizione, si cercano di conquistare voti nel centrodestra”, racconta il più accanito nemico dell’operazione, Francesco Biamonti (Lega). Ma le opere pubbliche che dovrebbero essere realizzate con i palazzi? “Roba da ridere. A ogni speculazioni dicono che si farà una scuola. Cogoleto sarà rovinata definitivamente. A costruire saranno i soliti amici degli amici”, aggiunge Biamonti pensando forse anche alle cooperative attivissime in Liguria, soprattutto a Genova. Ma il consigliere leghista sottolinea anche i nomi dei costruttori, due potenze del mattone locale: Andrea Nucera, già oggetto di attacchi (anche da parte del Gabibbo) per una mega operazione immobiliare ad Albenga. L’uomo che ha rilevato le proprietà degli amici di Gianpiero Fiorani in Liguria (la sua villa personale è sotto sequestro per abusi edilizi). Ma soprattutto Pietro Pesce finito all’onore delle cronache per le sue attività di costruttore con società coinvolte nell’inchiesta su Fiorani. Il banchiere e i suoi più stretti collaboratori avevano ammesso che tra le società di cui erano soci occulti vi erano anche quelle legate a Pesce (condannato in primo grado per evasione fiscale e attualmente indagato per corruzione). “Perché a costruire devono essere sempre gli stessi?”, chiede Biamonti. Insomma, non è soltanto una questione ambientale. L’intreccio è complicato. I chiarimenti, più volte sollecitati dall’opinione pubblica, non arrivano. Ma quei seicento appartamenti sono soltanto la punta dell’iceberg. I progetti sono tanti: a Cogoleto c’è chi teme che al posto del “mostro” Stoppani presto arrivino i condomini. Di più: già si parla di quattrocento villette da realizzare in quel paradiso che sono le alture di Pratozanino, dove una volta sorgeva il manicomio. Il sindaco giura che “non sarà così”, ma non ci sarebbe da stupirsi, i re Mida del cemento ligure possono trasformare in condomini perfino gli ospedali psichiatrici. Basta? Nemmeno per sogno: in una regione che ha già il primato dei posti barca (uno ogni 47 abitanti), Cogoleto prevede di realizzare un porticciolo per 500 imbarcazioni. Eccolo, il modello di sviluppo della Riviera. Per giudicare i risultati basta spostarsi di qualche chilometro, magari a Varazze, un nome che per la gente della pianura per decenni è stato sinonimo di vacanze. Anche qui sono planati centinaia di nuovi posti barca con quegli edifici in legno dallo stile non propriamente ligure: sembra di essere in Norvegia. E poi, subito alle spalle, le immancabili case: 40mila metri quadrati. Uno stillicidio: proseguendo verso ovest eccoci a Finale. Qui come a Cogoleto, un altro piano di riqualificazione della vecchia industria Piaggio e delle Cave Ghigliazza. Uguale anche il risultato: 400mila metri cubi di cemento. Dal centrosinistra al centrodestra il risultato non cambia. A Ponente, nella terra di Scajola, sono fioriti porticcioli da oltre mille posti barca. E’ sera quando Marco, un pescatore che da decenni ogni giorno esce in mare con il suo gozzo, racconta: “Vede… di questa costa conoscevo ogni insenatura, ogni casa. Ma adesso hanno costruito di tutto. E io volte non riesco più a orientarmi, stento a trovare i punti di riferimento per tornare a terra”. Articolo di Ferruccio Sansa pubblicato su “Il Fatto Quotidiano” del 21/08/2010

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