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Pulizia torrenti

Bravo Comune!
Qual è il periodo peggiore per pulire l’alveo di un torrente?
Primavera ed estate, quando le ripe e la vegetazione sono occupati dai nidi.
E’ quale è il punto peggiore dove iniziare i lavori?
Ma il tratto in prossimità della foce, dove vi sono più animali e dove il Comune di Savona sta costituendo un’oasi di protezione della fauna (!).
Ed infatti, con sorprendente tempismo e precisione sono cominciati ieri i lavori di taglio della vegetazione e disboscamento a valle del ponte di via Luigi Corsi, a cura non del solito privato disinformato ed insensibile ma del Comune stesso.
Lo rende noto sconsolata la Protezione Animali savonese, alle prese con decine di richieste di soccorso di selvatici in difficoltà provenienti da tutta la provincia 240 nel solo mese i giugno, tra cui 120 gabbiani, 15 caprioli, 20 merli, 30 passeri, etc.) e che non merita proprio di sobbarcarsi anche i pasticci comunali.
L’ENPA ha chiesto al Comune di sospendere i lavori e riprenderli a settem-bre, programmando meglio gli interventi di manutenzione nei mesi autunnali ed in- vernali. Perché l’associazione non si oppone affatto alla pulizia degli alvei ma vorrebbe fosse fatta nei tempi giusti.
Intanto è assoluta emergenza “gabbiani in difficoltà” a Savona…
In pochi giorni i volontari della Protezione Animali hanno dovuto soccorrere 100 volatili, soprattutto in riviera, feriti dalle auto o che hanno ingoiato ami e lenze abbandonati dai pescatori sulle spiagge, o caduti dai nidi ed ancora incapaci di volare.
L’ENPA ha dovuto velocemente attrezzare alcune voliere in zone riparate di campagna, dove ospitare gli animali in convalescenza o in crescita, mentre i pochi volontari all’opera stanno sostenendo turni massacranti per le cure e le necessarie pulizie presso la sede di Savona, dove affluiscono in media dieci selvatici in difficoltà al giorno. L’associazione rilancia l’appello a quanti amano gli animali, non solo a parole, ad offrire la loro collaborazione partecipando alle attività pratiche dopo un breve tirocinio.
Ancora peggiore l’atteggiamento delle “istituzioni”. Occorrerebbe infatti uno spazio ricavato sui moli del porto o in riva al mare, dove accudire i gabbiani finché non sono in grado di volare via; l’ENPA lo scorso anno lo aveva chiesto agli enti proprietari del fronte mare (Comune, Autorità Portuale, Capitaneria, Vigili del Fuoco, etc.) ma, a parte una bella lettera dell’assessore savonese ai quartieri Lirosi, nessuno ha neppure risposto; eguale esito ha avuto la proposta avanzata alla casa circondariale di Sant’Agostino di avere a disposizione qualche carcerato “animalista” (vedi Alcatraz); e quest’anno anche la Fondazione CARISA ha voltato le spalle all’ENPA, negando l’infinitesimo contributo di 1.5000 euro, mentre quello promesso dalla Provincia, titolare dei soccorsi, si sta rivelando largamente insufficiente a pagare medicine, veterinari, cibo e mezzi.
Agli stanchi volontari dell’ENPA, associazione privata ed onlus che mai ha ricevuto contributi statali, non resta che svolgere l’attività, molto apprezzata dai turisti, con i propri mezzi e mettendo mano ai portafogli personali, un classico a Savona.
P.S: Nel caso qualcuno sollevasse il problema del “pericolo” dei gabbiani:
Il problema dei gabbiani, specie intelligente in espansione e crescita numerica nelle città, dovrebbe essere affrontato con maggiore equilibrio: sono grossi e defecanti ma non sono pericolosi, neppure quando, per difendere i piccoli, svolazzano attorno alle persone strillando ma senza mai toccarle (per allontanarli basta alzare ed agitare le braccia).
Per “fare qualcosa” di efficace occorre capire perché si sono spostati dalle spiagge e scogliere marine alle scogliere (palazzi) cittadine. Per farveli ritornare potrebbe essere utile preservare ciò che è rimasto della costa e difendere gli animali marini di cui si cibano; oltre a gestire meglio le discariche ed eliminare quelle abusive, occorrerebbe quindi vietare la pesca sub e sportiva da terra e la raccolta da riva di frutti di mare e pesciolini.
A volte si vedono giovani gabbiani in apparente difficoltà sulle spiagge; ma i genitori sono vicini e li assistono nelle loro prime goffe e brevi prove di volo; conviene quindi osservarli da lontano e soccorrerli soltanto se, entro due ore, non si è avvicinato nessun adulto. L’ENPA ricorda inoltre che è vietato distruggere i nidi di qualsiasi volatile, anche se sono stati costruiti durante l’assenza dei proprietari su un terrazzo o sul tetto di un condominio. Basterà attendere pochi giorni e genitori e piccoli voleranno via, sistemando eventualmente una paratia di semplice cartone attorno al nido.
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