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PSI savonese, utopia?

Stefhanie, tanto simpaticamente spiritosa quanto, ne sono certa, bella (così come mi tappa sempre la bocca il mio super direttore, Sir John, parafrasando come riferito alla Rosa Bindi da quel ‘mascalzone’ di Sgarbi). ‘Non se ne può più’: infatti non ne possiamo più di vecchi boiardi, paludi e nebbie che hanno affostato il Partito Socialista, a uso e consumo dei ben noti opportunisti di potere fine a se stesso. Mi permetto comunque di ricordarLe che il Socialismo, e i socialisti, sono sempre stati indiscutibilmente gli artefici, il cuore e la mente di tutti i movimenti politici sociali liberali e culturali del mondo. Noi ne siamo orgogliosi e, mai domi, affondatasi da sola la vecchia ‘ferraglia’, savonese come altrove,abbiamo fiducia in una nuova primavera ad opera di moltissimi giovani oggi più che mai attivi nel PSI: a mente faccio alcuni nomi (non frequento sedi di partito, neppure quello del PSI), Zunino, Gugliotta, Pozzi, De Montis , Li Calzi, Costantino (meno giovane, diciamo ‘tiepido’) e molti molti altri. Con una piccola ma significatica differenza, vera e non ipocrita: impegno di doverosa attenzione al dialogo e all’incontro con i cittadini savonesi, rifiuto dell’andazzo di barattare presunzioni di casta per ottenere scrivanie e poltrone (veda a proposito la recente dichiarazione del giovane segretario Li Calzi in riferimento alla nuova Giunta Comunale). Lei mi dirà: ‘utopia?’.Forse, mai avere certezze ma peggio ancora è non avere speranze (mi creda, da donna, senza la ‘speranza’ si vive ancor peggio di come oggi si è costretti). Mi riscriva, signora Stephanie, Le offro un gelato, mettiamoci d’accordo per un incontro, per riconoscermi avrò in mano un garofano rosso. Ilaria

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