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PROPOSTA DEL M.O.D.A.

MODA Savona
PROPOSTA DEL MODA ALLE AMMINISTRAZIONI LOCALI
REVISIONE DEL PIANO DEI RIFIUTI ELIMINANDO IL COMBUSTIBILE DA RIFIUTO (CDR)
E RELATIVO PERICOLOSO INCENERIMENTO

Gli Ambientalisti savonesi del MODA intendono rintervenire sul Piano Provinciale dei rifiuti in vigore (2007) che, pur rinunciando all’inceneritore provinciale, non può certo definirsi “ecosostenibile” in quanto prospetta a regime (2014) su un totale di 179.000 t/a di rifiuti, raccolta differenziata di circa il 50% e una produzione di rifiuto “indifferenziato” per circa il restante 50% ( 80.000 t/a). Dall’”indifferenziato”: produzione di CDR per il 45-60% (circa 40.000 t/a) mentre il resto continuerà ad andare in discarica (20-30.000 t/a). Le circa 40.000 t/a di CDR verranno quindi bruciate per produrre energia in industrie locali provinciali (cementifici, centrali a biomasse o centrali a carbone come indicato con chiarezza nel Piano a pag. 171).

Ecco alcune importanti precisazioni :

  1. Il Piano Provinciale (pag. 171) prevede la possibilità di bruciare il CDR anche nelle centrali in sostituzione del carbone (e quindi anche a Vado nella centrale a carbone Tirreno Power) nonostante che alcuni politici si dicano contrari all’iincenerimento dei rifiuti
  2. La pericolosità della combustione di CDR è accertata sulla base della letteratura scientifica internazionale per la produzione, con i fumi emessi nell’aria, di nanoparticelle cancerogene, diossine, furani e metalli pesanti ecc addirittura in quantità maggiore rispetto ai pur pericolosi moderni inceneritori. Tale argomento è quello più importante se si vuole salvaguardare la salute della popolazione ma Provincia e Regione pare non vogliano nemmeno prenderlo in considerazione..
  3. I progetti “Rifiuti zero”, che molti ritiengono irrealizzabili e che non prevedono incenerimento dei rifiuti, sono applicati con successo in molte parti del mondo (vedi ad es. la California o progetto di Firenze) con elevatissime quote di raccolta differenziata (fino all’80%!), aumento dell’occupazione, minore inquinamento e notevole risparmio nel costo di gestione di tutto il ciclo rifiuti. (qui i politici dovrebbero un pò documentarsi)

Dietro l’incenerimento dei rifiuti si nasconte oltretutto un grande business: nel Decreto 387 per premiare l’energia rinnovabile pulita viene stabilita una agevolazione per ogni kilowattora prodotto di 9.74 cent./kwh che sommate al valore dell’ elettricita’ convenzionale (5,60 cent./kwh) fruttano cosi’ ben 15,34 cent./kwh (dati 2004). Ma all‘Art 17, in contrasto con la Normativa europea che non lo consentirebbe si legge:
“…sono ammessi a beneficiare del regime riservato alle fonti energetiche rinnovabili i rifiuti, ivi compresa, anche tramite il ricorso a misure promozionali, la frazione non biodegradabile e i combustibili derivati dai rifiuti” (CDR). Nel 2004, grazie a questo stratagemma, i novanta termovalorizzatori di biomasse e rifiuti, attualmente in funzione in Italia, hanno ricevuto incentivi per 144 milioni di euro, pagati letteralmente da tutti gli italiani e sottratti allo sviluppo delle vere fonti energetiche rinnovabili.

Questo “regalo”, che prosegue  anche oggi , andrà anche a chi brucerà CDR in impianti industriali (centrali, cementifici, inceneritori o altro) per produrre energia elettrica, come previsto dal Piano Rifiuti della Provincia di Savona limitando così la raccolta differenziata che a Savona ancora non decolla mentre si continua a parlare di discariche e relativi ampliamenti per ricevere anche rifiuti da fuori provincia in un vortice di interessi miliardari a vantaggio di pochi “imprenditori”.

LA RACCOLTA DIFFERENZIATA “RIFIUTI ZERO” QUINDI NON E’ PURA TEORIA MA UNA STRADA CONCRETAMENTE REALIZZABILE A PATTO DI RINUNCIARE ALLA COMBUSTIONE DEL RIFIUTO COME CDR.

Questo il progetto virtuoso e non inquinante “Rifiuti Zero” proposto dal MODA per la Provincia di Savona senza CDR o inceneritori considerando una quantità totale di RSU in Provincia di Savona di circa 200.000 tonnellate/anno:

  1. Riduzione dei rifiuti alla fonte di produzione per 30.000 t/a (15%)
  2. Una seria raccolta domiciliare “porta a porta” che permetta di recuperare quasi tutte le 60.000 tonnellate/anno di rifiuto organico (30% del totale) e avviarlo a uno o più impianti di compostaggio con compost da utilizzare come concime in agricoltura (es. piana di Albenga).
  3. Il recupero delle altre frazioni solide (plastica, metalli , carta, vetro, legno) per un totale di 100.000 tonnellate/anno (50% del totale) con raccolta differenziata grazie anche a finanziamenti “Obiettivo 2” della Comunità Europea.
  4. Con queste premesse su 200.000 t/a si potrebbero recuperare almeno 190.000 t/a ed il residuo di 10.000 t/a (5%) potrebbe essere smaltito con sicurezza in discarica.
  5. Aumento complessivo dell’occupazione rispetto a un ciclo dei rifiuti obsoleto (discarica-incenerimento).

Savona, Luglio 2010

Dr. Virginio Fadda

Dott. Agostino Torcello

Ambientalisti Savonesi del MODA

 

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