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Processo TP. Comunicato di Uniti per la salute

La testimonianza della dott.ssa Minervini, già direttore generale del dipartimento ambiente della Regione Liguria nel processo a carico di 26 funzionari ed ex funzionari di Tirreno Power, è apparsa piuttosto balbettante e costellata di molti “non ricordo” a fronte delle domande del pubblico ministero e delle parti civili mentre è invece stata molto fluida e precisa nelle risposte alle domande dei difensori degli imputati.
Nonostante questo la teste ha confermato che la Regione Liguria si era espressa in termini decisamente negativi in sede di VIA per il nuovo gruppo a carbone VL6 in quanto non erano state ottemperate le prescrizioni imposte nel 2001 dal Ministero dell’ambiente ed ha affermato che aveva ritenuto ridicole le mitigazioni ambientali proposte dall’azienda anche a fronte delle sezioni a carbone da considerarsi per altro ormai a fine vita.
La teste dott.ssa Minervini ha confermato che nel maggio 2014, successivamente al sequestro dei gruppi a carbone, si è sentita letteralmente “presa per i fondelli” dall’azienda che, improvvisamente e contrariamente a quanto sostenuto in precedenza, presentava un piano che, fin da subito e con semplici interventi di manutenzione, prevedeva di contenere le emissioni di SO2 di quasi la metà rispetto a quanto autorizzato in sede di AIA del 2012 e di ridurre significativamente anche le emissioni di NOx e CO. Ha ribadito inoltre che riteneva inattendibili i sistemi di monitoraggio delle emissioni – SME – adottati dall’azienda (non a camino) e non veritieri i dati sulle emissioni di polveri.
Sottolineiamo che, a nostro avviso, se la forte riduzione dei livelli delle emissioni proposti e dichiarati immediatamente applicabili dall’azienda nel 2014 fossero stati attuati negli anni precedenti si sarebbe avuta una notevole riduzione delle emissioni specie di biossido di zolfo che sarebbe opportuno quantificare.
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