L’albero delle mille lingue |
Certo sarebbe più tranquillizzante per noi poveri cittadini assistere invece ad una serie di calci nel sedere ai cacciatori sbavazzanti, ma non si può avere tutto… Di certo, di questa situazione si fregano le mani i veri padroni della città tutti intenti a progettare nuovi business. La logica di circondarsi di lecchini, meglio se pocopensanti, paga sempre. Inutile negarlo. Scomparse le ideologie, è il tempo delle merceologie. Osservando l’orrenda costruzione stagliarsi sul porto, nelle aree dove in un tempo diverso si guadagnavano la pagnotta centinaia di operai, si finisce per alzare le mani in segno di resa con pallide lacrime a scorrere sulle gote. Questa è la città dei fallimenti perfetti, dei giornalisti cacciati perché non cantano nel coro, degli uomini che si autonominano responsabili di partito e nessuno li prende a pedate, di inciuci paurosi fra schieramenti opposti che arrivano alla scientifica spartizione del territorio. La politica si fa ormai solo con le palanche e per le palanche, mica con le idee… E chi ha bisogno delle suddette (palanche) per farsi una posizione pubblica spesso firma una cambiale in bianco non ai cittadini ma a chi detiene i cordoni di borse capaci. Povera piccola città, diventata un orrendo simulacro di quel che era… |