Matteo Salvini venne rieletto segretario federale della Lega Nord nel 2017 e dopo allora tale data nessun passaggio congressuale.
la sua segreteria ha segnato un marcato ricollocamento del partito verso la destra e l’estrema destra, abbandonando progressivamente il tema della secessione della Padania e soprattutto del Nord, abbracciando una nuova linea nazionalista italiana, xenofoba ed euroscettica.
Il tutto senza uno straccio di congresso e non come funziona nei partiti occidentali,che il cambio di linea lo decide una maggioranza congressuale.
Sempre nel 2017 Non più Lega Nord ma soltanto Lega. Matteo Salvini toglie i punti cardinali dal simbolo del Carroccio, e via via giorno dopo giorno tramutando la creatura di Bossi in un caposaldo del centralismo romano.
Le sue amicizie politiche in Europa vengono sancite nelle elezioni europee scorse:
L’Europa sta vivendo uno dei ciclici momenti in cui la destra radicale torna al centro dell’attenzione, ottenendo successi elettorali e politici, Uno dei più importanti, il capo della Lega Matteo Salvini, spera di riunire le forze dell’estrema destra europea.
Ho ancora negli occhi il Prato di Pontida violato da un accozzaglia di estremisti di destra che faceva vergognare i militanti della Vecchia Lega che si sono sempre radunati a Pontida per celebrare una festa di libertà.
E’ un’estrema destra compatta quella salita sul palco del raduno della Lega a Pontida, per sostenere il loro amicone Salvini.
Chi sventolava il vessillo con il Sole delle Alpi, parlava di federalismo, autonomia, oggi se vuole restare nella Salvini Premier deve mutare pelle, ovvero togliere la camicia verde (simbolo di libertà) e indossare quella nera(simbolo illiberale e antidemocratico).
Sabato 5 e domenica 6 aprile, alla Fortezza da Basso a Firenze, si terrà il congresso federale della Lega per la scelta del nuovo segretario nazionale: sarà confermato Matteo Salvini, unico candidato al ruolo, come già fatto sapere dal Carroccio in una nota,e la domanda sorge spontanea,non c’è nessuno valoroso che intende presentarsi,o chi voleva farlo è stato convinto a desistere ?
Per i ventidue posti nel consiglio federale, invece sono state depositate 36 candidature e il confronto potrebbe essere non del tutto indolore, dicono tra le quinte, considerati i forti mal di pancia manifestati da tanti militanti e dirigenti nei confronti di un partito sempre più “vannacciano” (vedi l’ultimo addio in Regione del consigliere Marco Casucci).
Si sente parlare di mozioni congressuali dure.
A dire il vero ne ho letto alcuna e sinceramente mi paiono i soliti pannicelli caldi o meglio la solita commedia: pensare di prendere in giro il Nord. I più staranno bravi e buoni, applaudendo a comando e rileggendo immagino con un fragoroso applauso Salvini, ottenendo 15 anni minimo, della sua segreteria ovviamente senza celebrare più neppure il congresso che a norma statutaria in convocazione ordinaria dovrebbe essere convocato ogni tre anni.
Certe cose non avvengono più neppure nella Corea del nord ma che volete, Salvini è Putiniano per cui emula il suo idolo succedendo all’infinito a se stesso.
Sono talmente attaccati con le terga alla poltrona che non si preoccupano neppure difronte alla quotidiana emorragia di militanti che sempre più frequentemente prendono la porta con un a mai più rivederci.
Ultimo grave strappo Salvini: vuole nominare il generalissimo Vanacci come vicesegretario, pur non essendo iscritto né alla vecchia Lega e neppure a questa «Salvini premier», denominazione che resiste imperterrita anche se l’ipotesi della sua presa di palazzo Chigi ormai è dell’irrealtà.Sono curioso di vedere quanti militanti non interessati alla poltrona resteranno nella riedizione moderna della Croce frecciata (Nyilaskereszt) che è nata in Ungheria negli anni trenta come simbolo del partito fascista ungherese.
Il sottoscritto mestamente vuole fare un esortazione a chi crede ancora nei valori del Nord e al federalismo:
Non tradire mai le tue origini, non dimenticare chi sei stato. La vita è un viaggio e, se non vuoi perderti, devi ricordare sempre da dove sei venuto.
Roberto Paolino