Premio Mario Soldati 2016 alla memoria
del luogotenente Fulvio Pelusi
“Fulvio era parte della nostra città e delle nostre vite”, ha dichiarato il presidente del Centro di Studi Liguri avvocato Costa alla cerimonia di consegna del premio Mario Soldati 2016 alla memoria del luogotenente Fulvio Pelusi, recentemente scomparso, “e mi sento in dovere di ringraziare il Centro Pannunzio per la disponibilità di questa sala. A parlare di Fulvio si rischia di cadere nella retorica e nelle frasi di circostanza, ma Fulvio era prima di tutto un amico ed un carabiniere vecchio stile, autorevole ma anche capace di ascoltare le persone, quindi posso dire con sicurezza che era uno di noi”.
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“Fulvio non era una persona semplice e sono onorato che questo premio sia assegnato alla sua memoria”, ha sottolineato il maggiore Bianco, comandante dei carabinieri della sezione di Albenga, “e questa manifestazione di oggi è molto sentita dalla città intera. Quello del maresciallo è un incarico delicato e Fulvio ascoltava tutti e risolveva i problemi nell’immediato. Fulvio sapeva tirare fuori l’animo positivo delle persone e un carabiniere deve anche saper ascoltare le persone, persone che Fulvio conosceva così come conosceva i suoi collaboratori”.
Dello stesso avviso il sindaco della città Giorgio Cangiano, che ha ricordato così il luogotenente Pelusi :”Questa è una giornata importante e quella di Fulvio è stata una perdita per tutta Albenga. Fulvio si dedicava alla cose importanti, come il lavoro e la famiglia, e subito si capisce il valore delle persone come lui. Mi sento in dovere di ringraziare il luogotenente Pelusi per cos’ha fatto e tutta l’arma dei carabinieri per ciò che fa tutti i giorni, dando moltissimo alla nostra città. Questo premio ha un grande significato e tutti noi sentiamo Fulvio qua tra noi, che è stato per molto tempo un punto di riferimento per tutti. Anche se sono quasi vent’anni che mio padre ci ha lasciati, mi chiedo spesso cosa farebbe lui in determinate situazioni e credo che con Fulvio sia così. Sono sicuro che la cosa più bella che possiamo fare per onorare la sua memoria sia quella di diventare più simili a lui ed imparare valori che erano per lui erano fondamentali, come la disponibilità, il non dare giudizi affrettati ed evitare le facili polemiche”.
“Mario Soldati era il filo conduttore delle esperienze del Centro Pannunzio”, ha ricordato il professor Pier Franco Quaglieni, “e lui amava i carabinieri e ne scriveva. Ho intervistato Mario Soldati, che ha sottolineato come il cognome non si sceglie ma è lui a scegliere noi. Sulla mia scrivania tengo uan statuetta di un carabiniere per ricordarmi il senso del dovere e mi sento obbligato a ribadire il mio affetto verso Fulvio, che è stato l’esempio di cosa significa essere un vero carabiniere. Mi piace ricordare il concerto della fanfara di Milano tenutosi nel 2014 al Teatro Ambra su invito del Dopo Lavoro Ferroviario. La fanfara è stata creata da Vittorio Emanuele I sul modello della gendarmeria francese. I carabinieri portano le stellette, che sono un simbolo della disciplina. Fulvio era un militare ed occorre sfatare il mito per cui i militari sono diversi dalla società civile. Quest’anno l’Arma dei carabinieri ha festeggiato i 200 anni di fondazione e l’ordinamento è stato riformato, ma voglio ricordare lo spirito della carica dei carabinieri a Pastrengo durante la prima guerra d’indipendenza e il sacrificio di Podgora. Un evento molto importante è quello verificatosi sull’Amba Alagi in cui i soldati inglesi furono colpiti dal coraggio dei nostri militari guidati da Amedeo Duca D’Aosta. I carabinieri mostrarono inoltre il loro coraggio alle Fosse Ardeatine e non bisogna mai dimenticare eroi come Salvo D’Acquisto e i martiri di Nassiriya, senza scordarsi dei casi che non hanno onore e che avvengono quotidianamente. Fulvio era un mio amico, aveva il gusto dell’ironia ma mai fuori dall’ambito delle stellette e per lui essere carabiniere era qualcosa di molto importante. Oggi i valori etici sono spesso dimenticati e voglio ricordare il giornalista Romano Strizioli, a cui venne dedicato questo premio nell’ormai lontano 2008 e mi sento in dovere di dire come la sua voce fosse importante ed il suo vuoto mai colmato. L’Istituto di Studi Liguri ha un’aria internazionale e i suoi valori sono quelli della storia, dell’arte, della tradizione, della Liguria e di Albenga. Il premio a Fulvio è un atto dovuto e Fulvio non amava la retorica. Voglio ringraziare il sindaco Cangiano, il vicesindaco Riccardo Tomatis, gli assessori, i consiglieri e l’ex sindaco Rosy Guarnieri per aver messo in Piazza Enzo Tortora un monumento dedicato ai carabinieri e voglio dire che vedrò Fulvio in quel monumento”, ha concluso il professor Quaglieni. SELENA BORGNA
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