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PORTI

 La riforma dei porti passa anche alla CameraLEGGI

Nessun riferimento a Savona?
Nell’esprimere soddisfazione per il parere sulla importante riforma dei porti, proposto dal relatore Mario Tullo ed approvato in Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, all’indomani dell’approvazione da parte del Senato…LEGGI… Iannuzzi sottolinea come «l’Autorità Portuale di Salerno abbia obiettivamente tutte le condizioni per richiedere e conseguire la conservazione delle sue funzioni per tutto il periodo possibile di 36 mesi.
Infatti il porto di Salerno presenta tutti gli indici di riferimento della Economia portuale in costante e forte crescita: dal trend del traffico passeggeri, merci e container, all’andamento crocieristico, alla capacità di spesa per investimenti con fondi nazionali ed europei e di realizzazione di infrastrutture ed opere pubbliche necessarie, al volume delle entrate annuali. Inoltra vanno considerati la estensione territoriale, a cominciare dalle fasce costiere, ed il bacino di popolazione complessiva della Campania».
Di tutt’altro avviso l’opinione di Anna Maria Carloni (PD) che sulla norma transitoria evidenzia «i rischi del meccanismo di moratoria. Una deroga così rilevante –spiega– potrebbe vanificare gli obiettivi della riforma, premiando i fautori dello status quo, e sacrificando, in nome di interessi localistici ed affaristici di pochi, i benefici per l’intera comunità. Infatti, l’introduzione di un regime transitorio, nel quale le nuove Autorità di Sistema Portuale potrebbero dover coesistere con le vecchie singole Autorità Portuali, porterà un periodo di caos, nonché di squilibrio, nell’intero sistema portuale italiano. Inoltre, accedere alla possibilità di una moratoria potrebbe accendere l’interesse ad autoconservarsi di un elevato numero di Autorità Portuali, un numero ben più rilevante di quanto preventivato. E’ dunque importante che il Governo preveda criteri e meccanismi attuativi molto selettivi e davvero capaci di contrastare deroghe non supportate da reali e forti motivazioni oggettive. Infine, è importante ricordare come l’obiettivo della riforma portuale –conclude Carloni– fosse creare un sistema più snello e meno burocratico. Ritardare tale processo rischia invece di consegnare al Paese un sistema più complesso e ridondante, anche e soprattutto nelle procedure».

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