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Politica bugiarda e arrogante

Sandro Scajola e Giovanni Toti

Se in politica valesse la stessa regola del Pinocchio di Collodi, ovvero che per ogni bugia detta, si allunga il naso, chissà quanti girerebbero con un naso lunghissimo, qualcuno ad esempio colmerebbe la distanza dello stretto di Messina.
Al Meeting di Cl di Rimini Giorgetti ci dice: la prossima manovra di bilancio, dove bisognerà trovare almeno 30 miliardi senza fare deficit, “sarà complicata” e che i sogni elettorali della Lega e di Fratelli d’Italia dovranno restare nel cassetto.
A cosa si riferisce?
“Con questa denatalità impossibile pensare ad aumentare la spesa pensionistica”, ovvero in soldoni la legge Fornero tanto criticata dal suo segretario, anche con manifestazioni plateali resta eccome se resta!
La domanda sorge spontanea ma Il Matteo nazionale, prima di fare promesse elettorali su questo delicato argomento non poteva consultarsi con Giorgetti?
Ormai la regola che in campagna elettorale si è legittimati a raccontare di tutto, è un dato assodato, ci vorrebbe un limite da non superare però.
Sempre in tema di bugie, ci mettiamo anche quelle della Premier:
“Il tema degli sbarchi si deve affrontare col blocco navale”, diceva la Giorgia in campagna elettorale, sapendo che non si poteva fare a causa dei trattati internazionali, sottoscritti dall’Italia.
L’attuale premier, che nell’ ultima campagna elettorale, si batteva per l’abolizione delle accise sul carburante, metteva in scena un finto rifornimento a una stazione di servizio spiegando come su 50 euro di benzina, solo 15 vanno al benzinaio mentre il restante allo Stato.
Oggi scopre che non ci sono le risorse per mantenere la promessa e si che già dal lontano 2008 era ministro e, tra governo e opposizione, ha sempre partecipato alla vita politica parlamentare e presumiamo sia sempre stata a conoscenza perfettamente della situazione economica del Paese.
Esaurita, si fa per dire, la pagina dei conta musse, così noi Liguri chiamiamo i bugiardi, occupiamoci degli arroganti.
In Liguria abbiamo due campioni olimpici di arroganza, uno è Toti e l’altro è l’attuale sindaco di Imperia.
Entrambi convinti di essere i padroni incontrastati della Liguria e di Imperia.
Il primo in una trasmissione televisiva diceva: “Rigassificatore in Liguria? Noi saremmo disponibili, non dovesse andare a Piombino”.
Il Re ha deciso in barba alle opinioni dei cittadini.
Il secondo ovvero il Sindaco di Imperia non perde occasioni per fare capire che li comanda lui: E’ successo un parapiglia questa sera a margine della cerimonia di inaugurazione delle Vele d’Epoca. Ai consiglieri di opposizione Ivan Bracco, Daniela Bozzano e Luciano Zarbano è stato impedito di accedere al rinfresco organizzato nell’area lounge di Calata Anselmi. Il sindaco stesso, Claudio Scajola – secondo quanto riferito a La Riviera da testimoni presenti in quel momento – avrebbe intimato al servizio di sicurezza di impedire l’accesso ordinando agli stessi di buttarli fuori se avessero provato ad entrare. Libero di decide chi entra e chi no in feste private, ove paga lui, in manifestazioni pubbliche, o rinfreschi pagati con i soldi dei cittadini. E’ non è il Re di Imperia, perbacco!
Decide lui chi fa opposizione bene, cioè chi non gli rompe le scatole, definendo le proteste legittime delle opposizioni “minchiate” riporto testualmente: “Non ho tempo da perdere con queste minchiate”.
Fino a quando il popolo sopporterà questa politica di bugiardi e arroganti?
Non saprei cosa rispondere.
Ma lo verificheremo presto alle prossime elezioni amministrative e europee, perché se prevarrà la rassegnazione li rivoteranno, se invece il popolo ritroverà amor proprio e orgoglio questa gente dovrà andare a casa e senza passare dal via.
Roberto Paolino

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