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PILLOLE SAVONESI

PILLOLE SAVONESI di Nat Russo
Ostello, Convento di San Giacomo, statua di Garibaldi, Consulta culturale savonese, Piazza del popolo, Italia Nostra

FANTASMATICO OSTELLO

di Nat Russo

C’era una volta l’Ostello del Priamar. L’edificio c’è sempre, ma dentro solo topi. Le leggende metropolitane raccontano che nelle notti che precedono la Giunta Comunale si senta la voce di un canuto fantasma disperato che grida “Riaprite l’Ostello, liberatemi”. Ad esso fa eco una filastrocca di troll burloni che cantano “Ma che bell’Ostello darundino darundello/ Ma che bell’Ostello darundino darundà./ Ce lo prenderemo darundino darundello/ Ce lo prenderemo darundino darundà.” E quel canuto ectoplasma rotea impotente le catene urlando minaccioso “Vade retro cooperative”.

La voce si è sparsa ed i primi crocieristi della Costa sono saliti al Priamar, si sono fatti richiudere dentro la notte per vedere questa insolita attrazione turistica.

Ne sono usciti la tarda mattinata dopo, terrorizzati ma felici.

“Per favore non riaprite l’Ostello” pare abbia pronunciato il renziano panificatore mancato che occupa lo scranno della promozione turistica. Stanotte una squadra di alieni dell’ATA traccerà cerchi nel prato sotto le mura della fortezza per aumentare la suggestione paranormale.

Cosa non si fa per Savona.

 

 

LE GAMBE FANNO GIACOMO GIACOMO

 

di Nat Russo

 

Che fine ha fatto il Convento di San Giacomo? È sempre lì sulla collina, ogni giorno più vecchio, ogni giorno più degradato, ogni giorno più triste, ogni giorno più solo.

 

Molti mesi fa, un gruppo di buontemponi locali (che allora facevano ancora agit-prop), aveva organizzato un convegno in Sala Rossa di Palazzo Sisto a cui avevano aderito alcuni cani sciolti controcorrente (Tullo Ostilio definì alcuni relatori “esponenti del Circo Barnum Savonese”, Donna Cannone non pervenuta), ma anche rappresentanti ufficiali, progettisti ed Amministratori Pubblici.

 

Insomma una cosa “seria” al punto che la Consulta Culturale si preoccupò di essere stata “scavalcata”. Qualche curioso semi-rinnegato venne lo stesso a titolo personale (lo sport di tenere il piede in molte staffe per salire poi sul cavallo del vincitore è sempre il più diffuso in città), si parlò delle magnifiche sorti e progressive del complesso, di ambiziose perimetrazioni per una nuova zona di trasformazione del PUC, di fondi pubblici e privati.

 

Qualcuno inarcò il petto taurino gonfio di orgoglio, ma poi… le gambe hanno fatto Giacomo Giacomo?

 

Per fortuna che ci sono il Circolo Artisi e Suetta a presidiare. Non sfrattateli per carità, altrimenti San Giacomo vedrebbe solo tossici e prostitute.

 

 

COME PROFUMA L’ELICRISO

 

di Nat Russo

 

– Ciao Beppe

 

– Ciao Nat

 

– Come te la passi?

 

– A parte sta spussa di liquerizia…

 

– Non ti piace l’elicriso?

 

– A Caprera mi usciva dalle orecchie. Ma vedo che anche tu non te la passi molto bene se ti sei ridotto a parlare con una statua equestre. Ma non ti caga proprio nessuno?

 

– Già, eroe.

 

– Dai sputa, che ti conosco.

 

– Il primo rospetto è questo: ti sembra utile spendere 3 miliardi di lire per rifare la pavimentazione del Prolungamento?

 

– E lo dici a me? Ma hai visto il disegno che sembra un bersaglio delle freccette? Ce l’hai presente che bombardate di guano mi faranno i gabbiani imperiali? Ci sarà una gara a chi mi c’entra il cappello.

 

– I venditori di pietre devono pur vivere.

 

– Sfotti sfotti. Questo era il primo rospetto, spara quello grosso.

 

– La terza vasca.

 

– Beh non c’è due senza tre.

 

– Hai visto quanto costa? Otto miliardi.

 

– Si ma la fanno scoperchiabile, così d’estate finalmente nessuno va più ai Bagni Marini.

 

– Gli esercenti dei Bagni Marini potrebbero però contribuire alla spesa e poi gestirla in consorzio tutto l’anno come integrazione dell’offerta balneare. Ampio parcheggio auto, sabbia, mare, elioterapia, ristorazione, prato, spettacoli e sport acquatici in vasca.

 

– Che burlone. Non farmi ridere che mi ribalto dal cavallo e il fantasma del mazziniano dalla cella poi mi sfotte e grida “Scemo scemo”.

 

– Hai ragione, mi sa tanto che daranno un terzo contributo da mezzo miliardo per farla funzionare.

 

– Così a tutte le altre discipline sportive non resta più un euro.

 

– Dici? C’è il Capo Consulta dello Sport che la pensa diversamente.

 

– La mia maestra quando qualcuno sbagliava diceva: Dietrolalavagna, hai ceffato!

 

– Ciao, salutami Nino, Cesare ed Anita.

– Obbedisco!

 

 

 

MA PERCHÉ DEVO FARLO PROPRIO IO?

 

di Nat Russo

 

Forse bisogna cominciare a sparare sulla Croce Rossa. Lo so non fa fino, non è politicamente corretto, ma se serve… Una delle Crocirosse Savonesi si chiama Consulta Culturale. Poiché la maggior parte dei Savonesi ignorano cosa essa sia, a cosa serva, chi ne faccia parte e a cosa essa miri, ne do una breve descrizione spudoratamente faziosa. Si tratta di un benemerito organismo totalmente autoreferenziale nato dalla libera aggregazione di 4 associazioni, che si è dato questo titolo per la modestia che contraddistingue i suoi membri, e che si confronta con il Comune di Savona secondo la tecnica della mosca cocchiera. Scocciare ogni tanto (ma poco) il conducente. Tale atteggiamento però sfuma verso il volemose bene nella stagione dell’assegnazione dei contributi comunali.

 

Assegnati i meritatissimi contributi dovuti al lavoro di indefessa promozione socio-culturale che viene portato avanti per 365 giorni l’anno (bisestili esclusi), la mosca cocchiera che è nel loro DNA si risveglia dal letargo e torna a punzecchiare il conducente. Della serie teniamoli sulla cincia ma non tiriamo troppo la fune che dopo si rompe.

 

Nell’afrore degli aliti anziani di coloro che si riuniscono in questo nobile consesso (alla cui presenza non può esserci nessun osservatore esterno, mi è stato fatto capire in passato che la mia presenza lì era sgradita, non faccio fatica a capire perchè) nascono grandi anatemi che si stemperano in infinite riunioni di mediazione fino a giungere… Beh i vistosi risultati di tante battaglie sono sotto gli occhi di tutti, perché parlarne. I fatti parlano da soli.

 

 

 

COME MI SENTO PIÙ SICURO ADESSO

 

di Nat Russo

 

In piazza del Popolo sono arrivati Vito Catozzo e Rintintin, profumatamente pagati. Evviva. Ne bastano due per terrorizzare tutti. Dopo la grande abbuffata ideologica di chi cercava di dimostrare che non era vero che c’era un crescendo di degrado sociale e delinquenza, il duro confronto con la realtà infine ha vinto.

 

Facciamo allora i conti con chi ha perso: hanno perso i carabinieri, la polizia, la guardia di finanza (ci sono solo dei cartelli contro i prodotti taroccati), i vigili urbani. Tutti incapaci di mantenere un minimo di ordine pubblico?

 

Per paradosso, questi ultimi si sono addirittura fatti costruire una postazione tutta specchi e monitor di sorveglianza, poi nobilitata a postazione degli oggetti smarriti.

 

Resta solo da chiarire un mistero: multe a parte (sulla viabilità caliamo un velo pietoso), per quale aspetto di pubblica utilità il Comune di Savona paga qualche centinaio di vigili urbani armati?

 

Aspettiamo adesso l’arrivo del Commissario Rex in Darsena e Don Matteo alla mensa della Caritas.

 

 

 

UN PLAID FARÀ  CADERE IL GOVERNO

 

di Nat Russo

 

C’era una volta Italia Nostra, la gloriosa sezione di Savona. Faceva battaglie epiche che lasciavano il segno. Ultimamente per dodici lunghissime settimane sul più letto quotidiano locale ho visto comparire una rubrica di denuncia che finalmente ci ha spiegato quali sono i veri problemi della città. Ne riassumo alcuni di quelli più duri: una selva di antenne sui tetti invece che una sola antenna centralizzata, una veranda che sta male in facciata, un ponte dipinto a metà, una pianta potata a zig zag, dei brutti portavasi urbani, un albero tagliato, dei dehors chiusi (non scorderò mai la conversazione che ho sostenuto con l’autore in cui parla di Bolzano e dei suoi dehors senza vetri, dove d’inverno danno ai clienti dei plaid), ecc.

 

Certo siamo solo io e Michele Costantini (giornalista emerito che pubblica periodicamente le criticità savonesi) che sbagliamo, credendo di avere a Savona problemi assai più grossi. Adesso sono molto più sereno. Grazie Italia Nostra che pensi alla nostra pace interiore.

NAT RUSSO

 

 

 

 

 

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