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PILLOLE POLITICHE SAVONESI di Massimo Arecco

Ben ritrovati a Tutti e buon fine settimana.
Eccomi tornato per continuare a narrarVi in sintesi la mia personalissima visione della politica savonese.

 Savona, una città capace di aggregare: Acque pubbliche savonesi

Il capoluogo non correrà da solo. Sono 32 i comuni che hanno dato l’adesione al progetto. Una candidatura che valorizzerà un intero comprensorio”.

Ho riportato la sintesi del Russo pensiero, durante l’ennesima intervista sulla candidatura di Savona a capitale italiana della cultura, letta e riletta e riletta sui quotidiani locali almeno una dozzina di altre volte nel corso degli ultimi mesi: il solito “pippotto” sulla capacità di aggregazione, sul gioco di squadra, sul comprensorio compartecipe, sul ruolo nevralgico di Savona e bla bla bla.

E nel frattempo? Nel frattempo, dove le questioni sono serie per davvero, dove la politica lavora di fino, dove bisogna essere bravi, ma bravi per davvero, dove la fuffa resta fuffa e ciascun sindaco partecipa per vincere  la partita per il proprio territorio, il famoso comprensorio, metaforicamente, rifila al capoluogo un gol dietro l’altro.

Se si parla di acqua pubblica in provincia: da una parte se la stanno giocando la Servizi ambientali di Borghetto e la SCA di Alassio, dall’altra il Consorzio depurazione di Savona.

Ciascuno cerca di portare l’acqua al proprio mulino, ma a secco, questa volta, rischia di rimanerci Savona.

Risultato finale: quando serve per davvero, il gioco di squadra del Sindaco Russo fa acqua da tutte le parti e, come Savona, non contiamo un tubo!

Savona, città capitale europea della coltura

Che Savona sia diventata una città green è un fatto conclamato.

Lungo i bordi delle strade, nelle aiuole pubbliche, sulle pareti, in centro come in periferia, in verticale come in orizzontale, negli scoli, lungo le cunette, all’interno delle griglie di raccolta delle acque, le erbe spontanee hanno trovato il loro habitat naturale.

Da parte dell’amministrazione, la tutela nei loro confronti è massima: guai a chi le tocca.

La varietà delle malerbe spazia dalla parietaria alla gramigna, alle ortiche, alla vitalba e non solo.

Certo, a volte leggiamo di cittadini eco incompatibili, che compiono dei veri e propri atti vandalici, giungendo a estirpare con zappe e badili, in totale autonomia, quelle erbe naturali che nel frattempo si sono evolute in cespugli e arbusti, rinaturalizzando, colonizzando, rivigetazionando strade e caditoie, bricchi e fossi.

Non c’è che dire, forse il riconoscimento di città capitale italiana della cultura ce lo potremo anche sognare, ma il titolo di capitale europea della coltura lo abbiamo già vinto in partenza.

Bulli

Il Sindaco rimprovera i teppisti delle panchine: dopo i custodi del bello, è giunta l’ora del fustigatore dei bulli.

A presto, buon fine settimana a tutti.

Massimo Arecco
 Consigliere comunale di FdI

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