Pifferaio

Il momento è arrivato 

Σάτυροι (Satiro) è una figura maschile della mitologia greca abitante di boschi e montagne, personificazione della fertilità e della forza vitale della natura. La leggenda vuole i satiri straordinari suonatori di flauto, dai quali estraevano musica in grado di ammaliare qualsiasi donna passasse nelle loro vicinanze. Con le facilmente immaginabili conseguenze. Questa premessa apre un concetto che esprimo bruscamente: mi sono stancato di essere preso ogni giorno per il culo.

Espressione maleducata, mi scuso, ma è la sola capace di rendere l’idea. Stanco di assistere alle elucubrazioni di chi nel mondo mi rappresenta giustificare l’inseguimento continuato a ragazzine di bell’aspetto con il possesso di un grande cuore disponibile per tutti.

Vero, sono ragazzine pronte a qualsiasi cosa per qualche soldo e un po’ di notorietà, rincoglionite da una società che ha fatto di “pecunia non olet” un passo del vangelo. Ma sempre quattordici primavere hanno. Sono stanco di vedere una specie di maschera di cera, che farebbe invidia ai truccatori di Bela Lugosi, usare la televisione per sputtanare, a seconda di come gli gira, magistrati e comunisti. Meglio se tutti e due assieme. Cambiare canale non serve a un cavolo, lo becchi pure su Telecefalù. Stanco di sentire le sue leggi sempre nuove che hanno il solo obiettivo di non farlo processare. Ma porca miseria, se è candido come una colomba si presenti a giudizio e piantiamola lì. A meno non consideri imbecilli tutti gli avvocati che ha portato in Parlamento e che oltre alle parcelle si beccano pure i nostri soldi. Io non voglio sapere dove ha preso i quattrini per diventare il padrone di questo Paese, non me ne frega niente. Come non mi frega niente della sua tessera di piduista e di tutto il resto. Ma questo novello Pifferaio Magico  ha minato il futuro di tanti, troppi ragazzi attraverso programmi spazzatura a getto continuo che li hanno resi prigionieri della dicotomia immagine – realtà al punto che non sanno più chi e cosa davvero sono. Nei prossimi decenni le conseguenze saranno devastanti, teorizzate da Karl Popper (che non è un calciatore tedesco seguito dal Milan, come creduto da un dotto politico nostrano) già nei primi anni ottanta. Quest’uomo ha incatenato il Parlamento, portandoci dentro docili pecorelle e lobotomizzato gli “avversari” ridotti a fantocci di paglia secca. Si becca statuette in faccia e come San Gennaro svolazza fra la folla dispensando gocce di Santo Sangue. Ha massacrato il concetto di famiglia che non sia quella del Mulino Bianco, ha divelto la solidarietà dalla coscienze e ridotto la politica ad un ammasso di poltronisti privi di qualsiasi ideale. Ha fatto rientrare capitali di chissenefrega che provenienza, condonato qualsiasi cosa, colonizzato la Protezione Civile, esposto al tritacarne mediatico giudici e giornalisti che osavano mettersi di traverso. Ha cancellato il ceto medio e ridotto al ruolo di Liberti, un contro l’altro armati per strappare contratti capestro, i giovani in cerca di lavoro. Se qualcosa va storto, gli basta allargare messianicamente le braccia e subito una folla plaudente si strappa i capelli e si dichiara pronta ad immolarsi per il Nuovo Salvatore. Per questi poveracci se provi a sussurrare che forse sta raccontando un mare di balle, sei solo un invidioso. Comunista, ovviamente. Basta, il momento di salire sulle montagne è arrivato. Non per combattere, mica sono scemo a farmi ammazzare per niente. I partigiani avevano il cuore di un Paese alle spalle, noi solo gli intestini. e tanto prodotto degli stessi. Il finale di ”Il Caimano” di Nanni Moretti mi basta per non aspettare oltre. Quindi una bella grotta magari vista mare, qualche palata di libri, scatolette di fagioli a iosa, fiammiferi e coltellino svizzero. Tutto il resto, vada pure a farsi fottere. 

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