Per provare a far diventare Savona capitale della cultura bisogna restaurare le opere degradate situate all’esterno, l’assessore lo sa?

Il Patto di Russo per rilanciare Savona ha puntato molto sulla candidatura capitale della cultura. Ottimo proposito, rilanciato qualche mese fa con l’obiettivo di raggiungere il traguardo nel 2027.
Per ora, però, non pare sia stato fatto molto: alcune mostre, qualcuna valida (la più interessante e la più visitata, la cattedrale sul Priamar, snobbata dall’amministrazione), alcune manifestazioni, l’apertura per qualche giorno di una galleria non di arte ma pedonale abbellita con opere artistiche, i musei aperti ma con orari un po’ ristretti e poco più.
C’è poi la nota dolente del degrado delle opere d’arte situate all’esterno.
Il noto fotografo Biagio Giordano per una rivista ha fotografato lo stato di degrado delle opere del Brilla in piazza del Popolo e in vai Matteotti, tutte molto danneggiate.

foto Biagio Giordano

 

Del Brilla è stato segnalato più volte l’orologio affiancato da due statue raffiguranti il Sansobbia e il Letimbro su palazzo Gavotti.
Le due statue da decenni sono senza testa perché durante l’ultimo restauro (intorno agli anni ‘90), per il pericolo che potessero cadere a causa del deterioramento, si preferì staccarle e conservarle (chissà dove?) per un successivo restauro. La nuova ristrutturazione è da poco terminata ma delle teste neppure l’ombra.
Ci rendiamo conto che questi restauri portano pochi consensi elettorali ma se si vuole raggiungere l’obiettivo di capitale della cultura sono essenziali.
Savona ha opere importanti da non sfigurare neppure  nei confronti della tanto amata Faenza, basta saperle valorizzare.

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