Per fortuna a Savona (e in Liguria) queste cose non succedono…

Dieci arresti tra Campania e Abruzzo: è la notizia del giorno. Un’indagine della Direzione Investigativa Antimafia ha scoperchiato un bel pentolone di voto di scambio politico-mafioso, tentato omicidio aggravato, estorsioni, armi da guerra, e tutto il repertorio che, ahinoi, fa ormai parte del grande classico della politica italiana.

Ma possiamo tirare un sospiro di sollievo: a Savona queste cose non succedono. Mai successe. E in Liguria, figurarsi! Qui siamo gente d’ordine, ligia, amante del basilico, del silenzio e del parcheggio in doppia fila solo per pochi minuti.

Il voto di scambio, da noi, non si pratica. Piuttosto, si coltiva il dialogo, si valorizzano le competenze e si scelgono i candidati in base al curriculum, alla visione strategica, alla capacità di immaginare una città migliore. O al massimo alla parentela, ma sempre con discrezione.

Le mafie, per carità, da queste parti non si vedono. Probabilmente hanno provato a insediarsi, ma sono state sconfitte dall’inefficienza, dalla burocrazia e dalla confusione sistemica. Un territorio dove nemmeno un boss riesce a capire chi decide cosa è, in fondo, un territorio sicuro.

Armi da guerra? No. Qui si maneggia al massimo la biro rossa per correggere un progetto sbagliato o il pennarello per cambiare la destinazione d’uso di un’area con un tratto deciso ma onesto.

E le estorsioni? Giammai. I commercianti sono liberi, i cittadini sereni, e se ogni tanto c’è chi si sente “invitato caldamente” a sostenere una certa iniziativa, è solo per spirito di partecipazione civica.

Insomma, mentre altrove le cronache raccontano di scenari cupi, Savona resta una roccaforte della legalità. Una provincia dove il marcio è solo quello della verdura dimenticata in frigo, e il silenzio… è solo quello della stampa locale quando c’è da scavare davvero.

Intanto  si sa, questa Liguria è una terra immune.

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