Pensiero domenicale: La terra dei cachi

La terra dei cachi è un brano musicale del gruppo italiano Elio e le Storie Tese. È stato presentato in gara al Festival di Sanremo 1996, classificandosi al secondo posto nella classifica finale e vincendo il premio della critica. Questo brano rappresenta ancora oggi direi egregiamente il Paese in cui viviamo.
Dopo una lunga maratona notturna, la Camera ha dato il via libera definitivo al disegno di legge sull’Autonomia differenziata. L’aula di Montecitorio ha approvato il provvedimento rendendolo così legge.
Il presidente del Veneto ha assicurato che tale legge non sarà un problema in quanto non mina l’unità del Paese.
Ne siamo certi caro Zaia questa legge rafforza il centralismo e mette una pietra tombale su la vera autonomia, non quando questo pasticcio che chiamano autonomia, farà fare la stessa fine della proposta federalista, ovvero nessuno né parla più a causa dei tanti guazzabugli che furono fatti in suo nome.
Entriamo nel merito di questa legge che tanti hanno definito legge truffa.
Chi sarebbe il truffato? E’ chiaro il Nord come da tradizione. In buona sostanza cosa dice:
come prima cosa prima paghi i Lep e poi se me parla. Cosa sono i Lep?

Dicesi livelli essenziali di prestazioni, che devono essere uguali in tutto il Paese.
Per cui si prevede un flusso di denaro verso chi è più indietro (il meridione) di 80/100 miliardi.

Come diceva il proverbio campa cavallo. Un Paese in male arnese come il nostro dove pensa di reperire tali risorse semplice usufruendo del bancomat che da sempre tiene in piedi la baracca…..Il Nord.
E se tutto ciò non bastasse lo Stato può revocare l’autonomia in qualsiasi momento.
Il prezzo da pagare per aver approvato questa schifezza è chiaro votare il Premierato. Se la finta autonomia è una schifezza, il Premierato è una boiata senza precedenti.
Quello che mi fa specie è l’esultanza di chi si dichiara leghista della prima ora definendo la giornata che hanno approvato quella legge nefasta una giornata storica. Per noi sarà storica la giornata in cui verrà approvata la riforma che trasforma lo stato centralista in federalista. I centralisti si illudono se pensano che anche il federalismo diventerà come la “dittatura del proletariato”, perché il federalismo si imporrà. Anche se la Lega dovesse scomparire. Anche se non ci fosse più chi vi sta parlando. (Miglio)
In questi giorni ho parlato con molti autonomisti veri (non quelli delle poltrone)che dicono:
Non è arrivata l’autonomia, ma una legge che dice “prima paghi i lep e poi ne parliamo”. La gente penserà di avere più servizi, ma in realtà non cambierà nulla. I politici del nord hanno tradito il nord e fatto credere al sud che crescerà. Al nord non cambierà nulla, il sud non crescerà e darà la colpa al nord. Questo porterà ad affondare l’unica riforma che avrebbe fatto crescere tutti: il federalismo.

E ancora

La clausola di salvaguardia nazionale è la stessa – nella sostanza – che c’era nella Riforma Renzi contro cui ci battemmo…(noi della Lega di allora)
“Si vuole continuare a spolpare la gallina dalle uova d’oro come è sempre stato dal dopoguerra, i famosi 94 miliardi (mal contati) di residuo fiscale annuo a questo servono, il livore verso l’autonomia da questo nasce”.
Cancellare la parola Nord dal nome e dal simbolo della Lega ha significato tradire un progetto politico. Sono convinto che la questione settentrionale esista sempre e sia tuttora attuale per la Lega e per la nostra gente.
U.Bossi

 

Roberto Paolino

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