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Pensiero Domenicale: la pazienza è finita

Qualcuno dirà che non mi va mai bene niente, ma cosa ci posso fare se i politicanti da poltrone, non ne indovinano una?
Ad esempio se uno si candida in Regione prende i voti e diventa assessore, a mio modesto avviso, non dovrebbe lasciare a metà dell’opera per andare in parlamento, in quanto poco rispettoso del voto degli elettori. Magari come si vocifera sostituito da qualche parlamentare trombato, che può non avere le competenze per svolgere al meglio il ruolo, abbassando ulteriormente la già bassa qualità dell’amministrazione regionale Ligure. Riducendo la Regione alla stregua di un albergo con le porte girevoli.
Ma un minimo di rispetto per i cittadini che vi pagano i vostri lauti stipendi lo avete, o vi interessa solo e sempre sistemare le vostre terga su le poltrone? Ci vorrebbe una legge che dica: se si ha responsabilità di governo sia che si tratti di comuni, regioni finché non si finisce il mandato non ci si può candidare in altre competizioni elettorali, a meno che non ci si dimetta prima della nuova candidatura.
Continuando nella galleria degli orrori politici di questa settimana, ho letto che qualcuno per consolare chi resterà a casa ha detto state tranquilli che quando si discuterà di sottosegretari ci sarà spazio per recuperare chi oggi resta a casa.
Capito? Non serve competenza, conoscenza per un incarico di prestigio come quello di sottosegretario, basta stare buoni ora, così si acquisisce un credito. Facendo capire perché questo paese va così male, non abbiamo più statisti, non è più un’arte la politica, ma un ufficio di collocamento.
E come diceva Totò “e io pago.”
Necessita una profonda seria riforma, che imponga per legge la serietà e il rispetto degli elettori, perché motu proprio, la politica non può e non vuole cambiare.
Noi cittadini siamo stufi di aspettare e ve ne accorgerete il 25 settembre quando vi dimostreremo con i fatti che la pazienza è finita.

Roberto Paolino

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