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Pensiero domenicale: Giù la maschera

Paolo Grimoldi

“L’autonomia fa perdere voti” Questa l’ultima uscita di Salvini che passo dopo passo si allontana sempre più dalle origini federalista, per abbracciare le tesi dell’estrema destra.

Il Financial Times fotografa le difficoltà di Matteo Salvini nel tenere salde le briglie del partito e dedica un articolo al leader «di estrema destra» della Lega, che «sta affrontando una rivolta aperta contro la sua leadership». Il malcontento nasce e cresce soprattutto nel Nord Italia, dove il segretario del Carroccio avrebbe perso il sostegno di gran parte della base del partito.
Sta perdendo tutti quelli che avevano aderito a un movimento autonomista federalista.
Chi se ne va o chi viene espulso, per aver detto come la pensa, criticando a viso aperto una politica che sta dimostrando di essere deficitaria e senza un futuro se non nel campo delle destre estreme europee.
Vogliamo parlare dell’assurda espulsione di Paolo Grimoldi?
Lascio a lui la spiegazione di quanto accaduto:
“Una reazione scomposta alla debacle elettorale delle europee e delle amministrative”. Così all’ANSA l’ex segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi dopo che il Consiglio federale del Carroccio ha formalizzato la sua espulsione. Secondo Grimoldi “non è vero” che la richiesta di espellerlo “arriva dai territori. Il congresso in Lombardia, per esempio, non viene fatto svolgere da 9 anni e il direttivo regionale non ha formalizzato alcuna richiesta, neppure si è mai riunito. Semplicemente si cerca di eliminare i leghisti storici rappresentativi. Solo così, forse – conclude Grimoldi – Salvini potrebbe rimanere segretario”.
In questa snaturalizzazione del movimento la pagina più triste sono i tanti militanti, segretari di sezione che giorno dopo giorno escono perché la svolta politica o le classi dirigenti locali non li fanno più sentire a casa, o parte del gruppo ma mal sopportati da chi non vede l’ora che vadano via per poterli sostituire con qualche mercenario che entra per una poltrona.

Cristina Porro

Parliamo appunto di una classe dirigente, indifferente a impegno serio, a chi ha dedicato il proprio tempo senza nulla chiedere, chi ha fatto banchetti con il sole la pioggia il freddo, solo per il piacere di fare parte di un gruppo, chi credeva con fiducia nel progetto, rispettando i propri dirigenti anche quando tale rispetto non lo meritavano.
Vedete queste persone che hanno rappresentato per anni le colonne portanti della Lega sostituite alla svelta proprio da parte di chi non solo non era un leghista, anzi ci snobbava e criticava.

È questa l’offesa più grande, dare potere agli yes men che restano tali finché, come si suol dire, c’è “trippa per gatti”
Dedico questo pensiero alla segreteria di sezione di Albenga Cristina Porro, che ha abbandonato stufa di vivere una situazione insopportabile.
Lei come tanti di noi che lo abbiamo fatto in passato, dopo la debacle elettorale si è dimessa.
A differenza dei veri responsabili della disfatta che senza vergogna restano al loro posto.
Se questa è la Lega di oggi sono felice di esserne uscito anni fa.
Perché passi il cambio di linea politica, quello che non è accettabile è la mancanza di rispetto la disumanità che la classe dirigente sta dimostrando in questi giorni.
“Essere capaci di rispetto, è oggi quasi altrettanto raro quanto l’esserne degni” Joseph Joubert

 

Roberto Paolino

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