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Pensiero domenicale: C’è chi dice NO

Uso il titolo della splendida canzone di Vasco Rossi per esemplificare quanto è accaduto alle ultime elezioni Europee e amministrative.
La cordicina della partecipazione al voto si è bloccata non funziona più.
A mala pena è utile per riposizionare correnti interne o riequilibrare le coalizioni.
Analizzare significati segnali con il 49,69 dei votanti diviene un esercizio retorico tiratissimo.
Per capire dove socialmente e culturalmente una popolazione sta andando serve credetemi a ben poco.
Inutili sono risultati ammiccamenti spinelliani per pretendere voti.
Stati uniti d’Europa non ha neppure passato la soglia di sbarramento.
Già nel 2019 si era in presenza di tale fenomeno i votanti furono un pericolante 54%.
I numeri di per sé non parlano, però quando si allargano così dicono con chiarezza che qualcosa nella rappresentatività elettorale non funziona più.
In buona sostanza il voto serve o non serve?
Certo che se a poco giorni dal voto si preparano maggioranze pasticciate con la qualunque, la risposta la avete da voi.
Più passano elezioni si snocciola dati, si comprende sempre più che il non voto piaccia o non piaccia risulta sempre più un atto di disubbidienza civile.

Tenete presente che alle elezioni europee ha votato meno di un Italiano su due.
Per cui l’astensionismo non può più essere catalogato come lassismo menefreghismo, c’è qualcosa di più profondo.
Un dato che deve farci riflettere e che il non voto sale nelle regioni più povere.
Nel meridione e nelle isole ad esempio, dimostrando palesemente che la politica è sempre più distante dai cittadini soprattutto nelle aree dove la povertà cresce e la presenza dello Stato diminuisce.
E loro i partiti a fare conti a festeggiare Senza capire che il popolo (quello vero non le truppe cammellate, gli ascari) è sempre più distante da una politica volgare urlata.
Tenendo pure conto che sono scesi in campo molti leader di partito.
L’astensionismo è un fenomeno che dura da tempo e non sembra arrestarsi.
Andata leggermente meglio alle amministrative che però ci consegna un dato chiaro il 48% circa non ha votato nelle amministrative.
Dato ancora più allarmante se si pensa che si vota il consiglio comunale, Sindaco ed assessori del proprio Comune.
Insomma il popolo è stanco stufo e sempre più insofferente e ciò al teatrino della politica non interessa, l’importante è vincere e pazienza se la metà circa di chi ha il diritto al voto sta a casa.

https://www.rivadelpo.it

Ormai è chiaro che se non si cambia registro elezioni dopo elezioni il voto non rappresenterà più nulla.
Siamo ancora in tempo per salvare un diritto dei cittadini?
Non lo so in quanto ormai è sensazione di tanti che la politica sia ben rappresentata nella famosa frase del Gattopardo
“Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.

 

Roberto Paolino

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