La politica savonese offre, ancora una volta, spunti di riflessione su dinamiche interne che sembrano allontanarsi sempre più dal confronto democratico per avvicinarsi a uno scenario di immobilismo e malumori sopiti. Al centro del dibattito, la relazione complessa tra il PD savonese e l’amministrazione guidata da Marco Russo, che continua a suscitare perplessità sia tra i cittadini che all’interno della stessa maggioranza.
Stupisce la mancanza di reazione del Partito Democratico savonese, che sembra essersi consegnato in maniera quasi totale alla guida della giunta Russo. Se la protesta interna cova sotto la cenere, all’esterno nulla traspare: nessuna posizione chiara, nessun intervento pubblico a contrastare scelte che lasciano perplessi anche gli alleati. La vicenda dell’acquisto del parcheggio del Sacro Cuore, annunciato a cose fatte tramite i giornali, è emblematico. Una decisione che ha ignorato il coinvolgimento della maggioranza, costretta a ingoiare il rospo senza battere ciglio.
Eppure, i segnali di disagio ci sono. I commercianti, delusi dall’assenza di risposte del PD savonese sulla viabilità dopo le controverse decisioni del sindaco Russo, hanno espresso chiaramente il loro malcontento. Un silenzio assordante, quello del PD, che dopo l’esito negativo delle elezioni regionali, avrebbe dovuto rappresentare un’occasione relativamente semplice per risalire la china invece che perdersi in infinite analisi del voto senza riuscire a trarre insegnamenti utili per il futuro.
In questo scenario, molti si aspettavano che Roberto Arboscello, consigliere regionale PD, assumesse un ruolo più incisivo. Dopo il risultato elettorale, il suo intervento per orientare le politiche cittadine e contrastare l’inerzia della giunta Russo sembrava scontato. Tuttavia, Arboscello è rimasto in silenzio, lasciando che il rapporto con Russo si trasformasse in una rivalità sotterranea. Si vocifera che entrambi stiano puntando a una candidatura per le prossime elezioni nazionali, una dinamica che rischia di trasformare il confronto politico in un gioco di personalismi.
Anche all’interno della maggioranza la tensione è palpabile. Non si tratta solo del PD: tra i rappresentanti delle altre liste si registrano segnali di crescente insofferenza. Marco Pozzo, consigliere di CambiAmo, pare non riesca più a tollerare la situazione e si lamenta spesso con i colleghi. Andrea Pastorelli, uomo di sport, sembra bloccato dall’immobilismo dell’assessore del PD Francesco Rossello, il quale, secondo molti, sarebbe uno dei punti più deboli della giunta Russo. L’inazione e l’inefficacia dell’assessore Rossello non solo frenano le iniziative sportive, ma contribuiscono a indebolire ulteriormente l’immagine di una maggioranza già sotto pressione.
A complicare ulteriormente il quadro, emerge la questione delle cartelle esattoriali inviate ai cittadini savonesi. Recentemente, il Comune ha emesso numerose cartelle per il recupero di tributi locali, suscitando preoccupazione tra i contribuenti. L’amministrazione ha dichiarato che non si tratta di “cartelle pazze”, ma di normali procedure di riscossione e il pd rimane anche in questo caso il silenzio
Tuttavia, la tempistica e la comunicazione di queste azioni hanno alimentato il malcontento, evidenziando una gestione poco attenta alle esigenze dei cittadini e una mancanza di trasparenza nelle decisioni amministrative.
Con questa situazione, il futuro politico savonese appare nebuloso. Da una parte, il sindaco Russo continua per la sua strada, ignorando il dissenso interno e puntando a decisioni unilaterali che rischiano di alienare ulteriormente i suoi alleati. Dall’altra, un PD savonese che sembra incapace di imporsi come forza guida, lasciando che il malcontento dei cittadini e dei suoi stessi rappresentanti si accumuli senza risposta.
Il rischio è che questa inerzia politica diventi il terreno fertile per una disaffezione ancora maggiore nei confronti della politica locale, alimentando l’astensionismo e indebolendo ulteriormente la democrazia savonese. Intanto, i cittadini aspettano risposte che, almeno per ora, sembrano non arrivare.