NON FATE GLI STESSI ERRORI DEI PADRI (lettera aperta ai giovani socialisti savonesi) |
Nasce a Genova, nel 1892, il primo partito italiano riferito al socialismo mondiale, con il nome di Partito dei Lavoratori Italiani. Tre anni dopo, nel 1895, nasce quello che ancor oggi è lo storico Partito Socialista Italiano (PSI), memoria di una illuminata politica del sociale al servizio dei cittadini con la costituzione delle benemerite Società di Mutuo Soccorso e delle prime Cooperative dei lavoratori. Circa un secolo dopo dalla costituzione del PSI, nel 1994 crolla tutto con la questione morale di Tangentopoli, l’affiorare di scandali e ruberie determina una fine ingloriosa del partito, pur con molti dubbi e aspetti a a tutt’oggi ancora pochi chiari: come dice Rino Formica, ‘il tempo dirà poi come veramente andarono le cose e quali le vere motivazioni’. Come sovente accade in tutte le buone famiglie nel momento di maggiore difficoltà, invece di reagire con un fronte unitario determinato e orgoglioso, il partito (complici anche dirigenti di scarso spessore politico, per nulla lungimiranti) si frantumò in diversi segmenti, i due più significativi il PSI (massimalista, di sinistra) con la sostituzione del simbolo del garofano con la rosa europea e il NuovoPSI (teoricamente riformista, di destra) ‘culo e camicia con Berlusconi’ e incuniato nel PdL dal quale trae ispirazione e linfa, con il rinnovato garofano rosso come simbolo. Altre miriadi di frange, micro movimenti locali (qualcuno ha detto: come e più della divisione dell’atomo ) sono altresì presenti in ogni angolo d’Italia, solo a Savona se ne contano molteplici, da Futuro è Socialismo’, ‘Linea Socialista’, ‘Socialismo Domani’, oltre alle associazioni riferite platealmente al Presidente Pertini: con poca o nulla incisività e peso politico, basta pensare che alle appena trascorse elezioni Comunali nessuno di detti movimenti, compreso il NuovoPSI, sono riusciti a trovare ‘quattro gatti quattro’ per combinare una propria lista di riferimento. Questa penose lacerazioni paiono non avere termine, certo non è di buon esempio il ritorno vischioso di fatti come la P3 o la P4, o il caso recente del compagno socialista per eccellenza Lavitola, segni inequivocabili che nulla è (forse) salvabile: se non con il fare tabula rasa della vecchia e inquinata zavorra, di dirigenti miopi e attenti solo al proprio interesse, affidando ai giovani con fiducia e generosità il compito di realizzare una nuova primavera socialista. |