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Parcheggio per i TIR? La proposta del consigliere di “Memoria e Futuro” Elisa Spingardi

“Il problema del traffico di automezzi pesanti per e dalla piattaforma ha gravissime ripercussioni sull’area metropolitana di Savona: dalle Albissole a Vado Ligure. Parcheggi, gestione, rischi sociali, smaltimento del traffico, rappresentano un’emergenza- afferma l’avvocato Elisa Spingardi, consigliere comunale di minoranza della lista “Memoria e Futuro” di Vado Ligure – Situazione esasperata abitualmente e insostenibile d’estate quando, con l’arrivo dell’onda di turisti che si muove prevalentemente in auto, ha proprio le località pertinenti il capoluogo come destinazione principale. Le soluzioni tampone: i caselli di Bossarino (nuovo) e Legino (potenziamento) con miglioramento della viabilità per Vado attraverso Quiliano, appaiono lontane nel tempo e di difficile realizzazione. La carenza di infrastrutture è l’unica certezza che abbiamo oggi. Servono grandi aree, facilmente raggiungibili dall’autostrada senza attraversare i centri urbani di Savona. La Camera di Commercio di Savona Riviere di Liguria ha deciso di investire 40 mila euro per la ricerca di aree tra Vado a Ligure, Savona e Comuni limitrofi, che possano ospitare i TIR che percorreranno le nostre strade (si parla di oltre 1.000 TIR al giorno con piattaforma a regime). In attesa di soluzioni ragionate, ragionevoli e funzionali l’unica soluzione “pronta all’uso” ampia e pianeggiante, in zona, sarebbe il Parco ferroviario A. Doria nei pressi di via Stalingrado, nel Comune di Savona. Quest’area, da tempo poco sfruttata dalle Ferrovie, potrebbe essere adatta ad accogliere i numerosi TIR diretti o provenienti dalla piattaforma vadese. Vista la necessità e l’urgenza dell’operazione, spetterebbe ai nostri Amministratori intavolare una trattativa con la proprietà, per un utilizzo temporaneo in attesa di soluzioni definitive. Tale area si presterebbe anche ad accogliere i mezzi su gomma provenienti direttamente dall’attuale casello autostradale attraverso una bretella di facile costruzione e con tempistiche relativamente brevi. Lo scalo, quando era a pieno regime era costituito da 37 binari per la sosta del materiale proveniente dalle diverse destinazioni e dai raccordi afferenti la stazione di Savona Marittima e Vado Ligure-Zona Industriale. Nello scalo sono presenti 6 rimesse locomotive, di cui 4 di dimensioni notevoli e 2 di dimensioni più piccole oltre a vasti spazi destinati al materiale rotabile. Soprattutto è un’area pianeggiante che potrebbe ospitare centinaia se non migliaia di TIR, ha varchi su vie di transito non intasate, è protetta da barriere che isolerebbero gli automezzi in sosta, è illuminata, è vicina all’autostrada e il traffico in arrivo e in partenza sarebbe di pertinenza principalmente delle Autostrade.

In questo momento lo scalo è sottoutilizzato perché ha perso la sua funzione primaria di gestione del traffico per il Piemonte e da dati recenti pare che non più di 3 convogli al giorno vengano allestiti, traffico che potrebbe essere dirottato a Mongrifone senza problemi. Un’area di questo tipo, il suo utilizzo immediato, risolverebbero il problema dell’urgenza sociale, ambientale e strutturale del traffico di TIR per la piattaforma Maersk. Tutti abbiamo una grande responsabilità verso gli abitanti di Vado Ligure che si troveranno presto sommersi da una marea di automezzi pesanti con tutto quello che comporta, ma dobbiamo anche farci carico della ricaduta che tutto questo movimento rischia di causare al territorio metropolitano di Savona. La piattaforma c’è, ma manca tutto il resto. In assenza di soluzioni rapide da parte dei nostri Amministratori, il pericolo è che la viabilità non solo di Vado Ligure ma anche dei Comuni adiacenti subisca la paralisi con ricadute negative sulla vivibilità del territorio. La presenza di migliaia di automezzi, lo diciamo da tempo – prosegue l’avvocato Spingardi – non solo ha ripercussioni sul traffico, la viabilità, la vivibilità dei luoghi, ma ha anche pesanti ricadute sociali e strutturali. Un intervento corale e convinto per l’utilizzo dell’ex Parco Doria oltre a dare risposte immediate, potrebbe dimostrare la volontà unitaria di un territorio di affrontare i problemi e risolverli”.

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