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Paolo Caviglia sulla gestione Canavese

Il giudizio dell’ex Vicesindaco di Savona Paolo Caviglia
sulla gestione di Canavese in questi ultimi 15 anni

 Più che un giudizio posso fornire un’opinione sull’ ing. Cristoforo Canavese, che sostenni (indipendentemente dal ruolo politico-istituzionale da Lui svolto) sia come Segretario Generale dell’Autorità Portuale prima e, successivamente, come Presidente della stessa.

A mia memoria, che risale ai tempi di Migliorini, Canavese è stato l’unico ad aver ben gestito linee di sviluppo della portualità savonese con innegabili risultati. Il porto di Savona-Vado è stato giudicato da Organismi Internazionali, sotto questo profilo, come il migliore di quelli italiani. Anche nei momenti di crisi dei traffici ha saputo contenere il deficit dei flussi mercantili e l’aver portato a Savona Costa Crociere oltre ai collegamenti con Corsica e Sardegna ha internazionalizzato il nostro emporio portuale. L’ultima delle tante operazioni infrastrutturali (piattaforma contenitori a Vado L.), sulla quale permangono pareri discordi, è un grande progetto  di sviluppo non solo per tutta l’area centrale ligure ma anche per il basso Piemonte fino a Carmagnola. Il sottoscritto e il PSI l’hanno valutata subito come fattore positivo per tutta questa grande area. Avendo lavorato per diversi anni nel comune capoluogo per il Progetto SIST.e.MA  insieme a Cuneo e al Ministero delle Infrastrutture posso dire che la piattaforma ne è il punto di forza. Lo spazio concesso non mi consente di entrare nei dettagli ma credo che i contrari isolino il loro giudizio dal quel contesto (Bretella Albenga-Valli Bormide-Predosa, rafforzamento linee ferroviarie SV-TO e SV-AL, aree logistiche per manipolazione-assemblaggio e lavorazione dell’import dei semilavorati-sbocco marittimo per l’agroalimentare cuneese, ecc.) E questo può essere compreso anche se un’attenta analisi, solo vadese, a operazione conclusa credo migliorerà la cittadina e l’immediato retroporto  rispetto a ora anche sotto il profilo ambientale.

Vi è però un elemento negativo, sul quale colgo l’occasione per tornare: la questione del demanio portuale.

Come tutti credo sappiano le aree costiere dei comuni (arenili e ampie superfici interessare da giardini, strade, manufatti, ecc.) rientrano dalla costituzione dell’EAP (Ente Autonomo Portuale) nel “demanio portuale” e questo aveva allora un senso non potendosi prevedere lo sviluppo del porto e quali servizi o strutture potessero impegnare queste aree. Oggi questa competenza invasiva dell’autonomia dei comuni (costituzionalmente garantita!) non ha più alcun fondamento. C’è il Piano Regolatore Portuale che le esclude da qualsiasi possibile interesse dell’Autorità Portuale. Ma Canavese afferma che il riconoscimento dell’internazionalità del porto fa permanere detta competenza. A mio sommesso parere le ragioni sono diverse (sia per l’incasso dei canoni, sia per problemi di strutture interne e, non ultimo  mantenimento di potere ) ma non poca colpa hanno i comuni interessati, che con un’azione congiunta potrebbero investire Regione e Governo per eliminare  questa delegittimazione di competenze sui loro territori. In verità in questo senso avevo fatto predisporre una nota che andò alla firma del Sindaco di Savona. Credo sia stata cestinata.

Canavese è un uomo ottimo come tecnico, come manager e come politico (anche se Lui lo nega) ma è anche, aldilà di ogni apparenza, un ineffabile uomo di potere.  E qui sta il punto.

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