il progetto ha l’obiettivo di rendere più accogliente la città attraverso la cura e la riqualificazione di spazi pubblici. Dopo le panchine, sono in programma interventi come la tinteggiatura del sottopassaggio presso i giardini Rita Levi Montalcini. Questo modello di integrazione si basa sulla collaborazione tra pubblico, privato e terzo settore, con il supporto di realtà come Fondazione Azimut e Fondazione Diocesana.
Pur riconoscendo il valore sociale e umano di dare una seconda possibilità a chi ha avuto un passato difficile, è importante considerare il tipo di coinvolgimento in progetti pubblici. Iniziative come questa, che si svolgono in luoghi simbolici della città, devono tenere in conto la sensibilità di chi potrebbe sentirsi toccato da storie di violenza o abuso. Dare una seconda possibilità è fondamentale, ma alcune figure – soprattutto ex carcerati con un passato legato a reati contro le donne – andrebbero inserite in progetti più adeguati, per rispettare chi ha vissuto situazioni di dolore.
I «Custodi del Bello» rappresentano una strada innovativa per la riqualificazione urbana e l’inclusione sociale. Tuttavia, occorre che questi interventi siano gestiti con equilibrio e attenzione, per fare del rispetto e della cura non solo valori estetici, ma anche etici.