Tuttavia, la sua figura rimane al centro del dibattito. La trasformazione delle liste civiche “Liguri a testa alta” e “Orlando presidente” in un’associazione attiva sul territorio, insieme al lavoro di ricucitura delle fratture all’interno della coalizione, lo posizionano come un riferimento naturale per una candidatura forte e unitaria. «Dobbiamo parlare con la gente e di ciò che interessa alla gente», ha dichiarato Orlando, ponendo l’accento su temi chiave come il salario minimo negli appalti pubblici, il sostegno alla sanità pubblica e l’industria sostenibile.
In una sala gremita, la presenza di molte anime del centrosinistra (PD, M5S, terzo settore) ha mostrato un’ampia volontà di rilanciare un progetto unitario per il capoluogo ligure. E mentre Orlando ribadisce di voler rimanere dietro le quinte, cresce la convinzione che il centrosinistra potrebbe trovare in lui un candidato capace di affrontare e battere il centrodestra dopo otto anni di governo.
Le prossime settimane saranno decisive per capire se il suo nome verrà effettivamente proposto come punto di sintesi per una coalizione che punta a riconquistare Genova.