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Orlando tra Roma e Liguria: la tentazione di guidare l’opposizione regionale e il timore di non contare più a livello nazionale

Andrea Orlando sta valutando la possibilità di rimanere in Liguria per guidare l’opposizione regionale e contribuire al rilancio del centrosinistra dopo la recente sconfitta alle elezioni regionali. Sebbene non abbia ancora preso una decisione definitiva, la sua presenza ai lavori del partito e i numerosi incontri con i neoeletti consiglieri regionali hanno alimentato le aspettative di chi spera che Orlando rinunci al ruolo parlamentare per dedicarsi a un impegno diretto sul territorio.
La scelta, che potrebbe arrivare all’inizio del 2025 insieme alla definizione del candidato sindaco per Genova, è tutt’altro che semplice. Orlando, infatti, teme di trovarsi in una posizione simile a quella di Pierfrancesco Majorino, che dopo la sconfitta contro Attilio Fontana in Lombardia è rimasto relegato alla politica locale senza un’opportunità di rilievo a livello nazionale. Per Orlando, la prospettiva di rimanere sotto la Lanterna a soli 55 anni non è allettante, poiché ambisce a un ruolo nazionale che gli consenta un’influenza politica più ampia e un contributo concreto al rilancio del suo partito.
Questo possibile impegno locale, tuttavia, potrebbe rappresentare una sfida e un’opportunità, soprattutto considerando la fase delicata che il centrosinistra ligure sta attraversando. L’incognita sul candidato sindaco alle prossime elezioni comunali di Genova rende ancora più cruciale la sua decisione, e molti vedono in Orlando una figura capace di unire le varie anime della coalizione progressista.

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