Il peso della scelta non è da poco. Orlando, ex ministro e figura chiave del centrosinistra, ha costruito una campagna elettorale incentrata su sviluppo sostenibile e re-industrializzazione, temi che restano centrali anche nella strategia nazionale del PD. Tuttavia, l’ex candidato presidente regionale sente il richiamo di un ruolo più operativo sul territorio, specie in vista delle prossime sfide elettorali, come le comunali di Genova.
In questo contesto si inserisce Roberto Arboscello, consigliere regionale savonese del PD, indicato come futuro vicepresidente del Consiglio regionale in quota opposizione. Arboscello rappresenta la minoranza interna del partito, ma ha assunto un ruolo di equilibrio, cercando di stemperare le divisioni interne. «Il congresso è finito, lavoriamo uniti», ha dichiarato, prendendo le distanze dalle polemiche interne al partito.
Arboscello non ha risparmiato critiche alla nuova giunta regionale di Marco Bucci, definita “in totale continuità con Toti”, con un approccio che privilegia il modello della sanità privata. «Bucci pensa ancora da commissario e non da presidente», ha affermato, riferendosi alle proposte di riforma istituzionale che appaiono, a suo dire, in contrasto con le norme regionali.
Il PD ligure, sconfitto alle regionali ma con segnali incoraggianti a Genova, deve ora decidere se ripartire dalla leadership di Orlando in Consiglio regionale o dal suo contributo a livello nazionale. Arboscello, dal canto suo, si prepara a un ruolo di primo piano nell’opposizione, con l’obiettivo di consolidare il partito e difendere i territori, a partire dal savonese.
Rimane una certezza: per rilanciare il centrosinistra in Liguria, sarà fondamentale costruire coalizioni stabili e investire su una strategia a lungo termine, evitando gli errori del passato. E per Orlando e Arboscello, il futuro si gioca sul filo di una duplice responsabilità: tra Roma e Genova, tra partito e territorio.