non posso che condividere…

… al cento per cento la lettera di Boveri. Le sue critiche sono perfettamente lecite, ed esiste inoltre una pesantissima aggravante: nessuno poteva dire “non sapevo, non immaginavo, non prevedevo”. Oppure, lamentare difficolta’ nel salvare l’Azienda, nello stato in cui e’ ridotta. Che la situazione fosse destinata a evolversi nel senso oggi visibile a tutti, era ampiamente predestinato fin dai tempi di Imation. Parliamo di piu’ di dieci-dodici anni fa. Ne esistevano tutti i segnali premonitori, evidenti a chiunque volesse leggerli. Percio’ le colpe si fanno via via piu’ gravi, e prive di qualsiasi attenuante. Chi sapeva, avrebbe dovuto almeno avere il coraggio di denunciare apertamente, di lanciare l’allarme. E cosi’ aggiungo all’elenco anche i giornalisti e gli stessi dipendenti, almeno quelli dei livelli piu’ alti, dirigenti e quadri. Con la consapevolezza che, se allora si fosse fatto qualcosa di serio, ci sarebbe stato tutto il tempo, lo spazio, le energie e le risorse umane e tecnologiche per un vero e autentico rilancio. Non si trattava di Acna o Stoppani, c’era una parte di produzione obsoleta, ma ampie possibilita’ di perseguire nuove strade. Invece si e’ preferita la comoda via della speculazione e della spoliazione. Devono risponderne le coscienze di tante persone, ciascuna secondo le sue responsabilita’ dirette, indirette o anche solo di omissione. Ma nessuno puo’ dirsi assolto.

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